LA STAGIONE D'OPERA

La Fanciulla del West torna al Teatro Grande ed è molto cambiata

La stagione d'opera al Teatro Grande s'inaugura con «La Fanciulla del West» di Giacomo Puccini, domani sera a partire dalle 20
La stagione d'opera al Teatro Grande s'inaugura con «La Fanciulla del West» di Giacomo Puccini, domani sera a partire dalle 20
La stagione d'opera al Teatro Grande s'inaugura con «La Fanciulla del West» di Giacomo Puccini, domani sera a partire dalle 20
La stagione d'opera al Teatro Grande s'inaugura con «La Fanciulla del West» di Giacomo Puccini, domani sera a partire dalle 20

Domani alle 20 - con replica domenica alle 15.30 - la stagione d'opera al Teatro Grande s'inaugura con «La Fanciulla del West» di Giacomo Puccini, un'opera che da Brescia manca ormai da 43 anni e che viene allestita proprio qui prima d'iniziare nei teatri della Lombardia la serie di repliche in programma.
«Una delle difficoltà nel rendere questa partitura pucciniana - dice alla vigilia al Ridotto del Grande il direttore d'orchestra Valerio Galli - è il gran numero dei personaggi in scena, dei minatori presenti ad esempio nella taverna Polka di Minnie. Si badi bene che non si tratta di un coro, ma di una serie di solisti e che quindi devono essere di volta in volta messi adeguatamente in risalto. Per questo allestimento usiamo la riduzione dell'organico orchestrale a cura di Ettore Panizza, pubblicato dalla Casa Ricordi di Milano e a suo tempo approvato dallo stesso Puccini».

«La Fanciulla del West» è ambientata da Puccini in un'immaginaria California al tempo della febbre dell'oro. «Quando si parla di quest'opera scatta una sorta di automatismo - dice il regista Andrea Cigni - che porta a immaginare una specie di Far West fatto di cowboys, di speroni e pistoleri che però niente hanno a che fare con quest'opera. Quello che vorremmo raccontare è piuttosto un microcosmo in cui tutto si svolge, una microsocietà fatta di uomini costretti a vivere una condizione professionale e sociale particolare... una storia di condizioni d'estrema povertà insomma, in cui Minnie è uno spiraglio di luce». E il personaggio di Minnie è interpretato dal soprano sloveno Rebeka Lokar, che lo ha già sperimentato in altri allestimenti: «Nel teatro della mia città natale, a Maribor - racconta -, e poi qui in Italia al Teatro San Carlo di Napoli con la regìa di Hugo De Ana. Lì l'allestimento aveva tutte le caratteristiche di un film western. Qui l'accento è sul dolore, su una comunità che soffre e devo dire che lo spessore emotivo in questo caso rende il lavoro pucciniano più umano, più vero nella trattazione dei vari personaggi».
Nella Fanciulla del West c'è anche l'amore. «Sì - dice il tenore Angelo Villari che nell'opera interpreta Johnson - ed è un amore che trionferà, in un lieto fine che è uno dei pochi esempi nella produzione pucciniana, come quello di Turandot». L'immancabile cattivo è un uomo della legge, lo sceriffo Jack Rance. «Debutto a Brescia col mio personaggio - dice il baritono Devid Cecconi -. È complesso, innamorato, irriducibile fino alla fine». L'allestimento replicherà al Teatro Fraschini di Pavia, al Sociale di Como e al Ponchielli di Cremona.. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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