La felicità secondo Cristicchi: «La mia storia e ciò che sono»

di Stefano Malosso
«Happy Next. Alla ricerca della felicità» è la nuova produzione targata Centro Teatrale Bresciano da questa sera al Sociale
Simone Cristicchi torna a Brescia con il nuovo spettacolo «Happy Next. Alla ricerca della felicità» FOTO PAOLO PORTO
Simone Cristicchi torna a Brescia con il nuovo spettacolo «Happy Next. Alla ricerca della felicità» FOTO PAOLO PORTO
Simone Cristicchi torna a Brescia con il nuovo spettacolo «Happy Next. Alla ricerca della felicità» FOTO PAOLO PORTO
Simone Cristicchi torna a Brescia con il nuovo spettacolo «Happy Next. Alla ricerca della felicità» FOTO PAOLO PORTO

La ricerca della felicità è un percorso difficile e spesso tortuoso, lungo il quale le certezze vengono smarrite, nella scoperta di una nuova verità, di un equilibrio rinnovato, una vita luminosa. Da tempo Simone Cristicchi ha abituato il pubblico a una riflessione a tutto tondo sull’umanità e le sue emozioni, che tornano ora sul palcoscenico grazie allo spettacolo «Happy Next. Alla ricerca della felicità», nuova produzione targata Centro Teatrale Bresciano al debutto questa sera al Sociale e in scena fino a domenica (escluso venerdì, nei giorni feriali alle 20.30, domenica alle 15.30, biglietti 27 e 15 euro). Inoltre, per la rassegna «I Pomeriggi del Ctb», giovedì alle 17.45 sempre al Sociale lo stesso Cristicchi sarà protagonista dell’appuntamento «Società dei media e ricerca della felicità. Un incontro possibile?», in dialogo con il docente dell’Università Cattolica Massimo Scaglioni. Dopo il successo di «Manuale di volo per uomo», Cristicchi continua la sua collaborazione con il Ctb, iniziata nel 2016 con «Il secondo figlio di Dio», presentando con Ariele Vincenti il suo nuovo progetto, una riflessione sul tema della felicità affrontata attraverso la filosofia, la meditazione e la fede per parlare della bellezza, della vitalità, del tempo, del senso di appartenenza e di comunità, di musica e di storie. «Sono molto felice di tornare a Brescia per presentare questo spettacolo - spiega Cristicchi -. È un lavoro attualissimo, ha mutato forma in questo ultimo anno e ha trovato un suo equilibrio diventando un monologo accompagnato da alcune canzoni: è un ritorno a quel teatro-canzone che mi ha visto esordire a Brescia nel 2014 e che continua ad accompagnarmi nel mio cammino che dalla memoria mi ha spinto a tematiche spirituali e filosofiche». Ma cosa significa davvero essere felici? In cosa risiede ciò che denominiamo felicità? Sin dalla notte dei tempi gli esseri umani cercano di afferrarla, nel fascino delle grandi idee così come nella meraviglia delle piccole cose. «Per raccontarla ho scelto sette parole chiave: attenzione, lentezza, umiltà, cambiamento, memoria, talento e noi, tutte legate al mio percorso. Non vuole essere una ricetta, è il mio vissuto sia come uomo che come artista. Non interpreto nessun personaggio, ma cerco di mettermi completamente a nudo con la mia storia. Non voglio dare risposte, è più importante mettersi continuamente in discussione». Una ricerca, quella di Cristicchi, che fa dell’incontro un momento chiave di confronto e di crescita. «Ho fatto molti incontri importanti. A tutti ho chiesto: cos’è per te la felicità? Davanti a queste domande emerge la nostra vera essenza. Ognuno di noi è un universo irripetibile, come la suora di clausura del convento di Lovere che mi rispondeva con la perfetta letizia di San Francesco. Oggi viviamo nella tensione: dobbiamo applicare un’accettazione saggia, intravedere uno spazio di luce nel mondo. Incontrare una persona appagata è qualcosa di contagioso, e seguendo l’esempio di quella suora penso che dovremmo a modo nostro essere dei monaci all’interno delle nostre metropoli, dedicarci al silenzio, alla lettura, alla bellezza».•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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