Monti e le adozioni: il cuore e la burocrazia

L’attrice Maria Amelia Monti
L’attrice Maria Amelia Monti
L’attrice Maria Amelia Monti
L’attrice Maria Amelia Monti

Una lavatrice del cuore che centrifuga le cose brutte con tanto amore, per restituirle cariche di tranquillità e serenità. Ogni mamma, biologica o adottiva, ne ha una: lì, nel proprio cuore, una grande lavatrice che sappia accogliere ogni emozione negativa del proprio figlio, che sappia contenere rabbia, tristezza, delusione, dolore. «La lavatrice del cuore» è lo spettacolo che apre la nuova stagione del teatro Santa Giulia del Villaggio Prealpino, in programma domani alle 20.45. Spettacolo intenso, sul tema delicato delle adozioni, interpretato da Maria Amelia Monti e scritto da Edoardo Erba, con musiche di Federico Odling, nato dal Festival delle lettere, in collaborazione con Italiaadozioni.

Viaggio nel mondo dell’adozione, tra testimonianze di mamme e papà, nonni, figli, educatori e amici che saprà affrontare con tatto sincero le emozioni di chi ha vissuto questa realtà, a partire dagli stessi Edoardo Erba e Maria Amelia Monti, insieme anche nella vita privata. La coppia che aveva già due figli è diventata genitrice di un bimbo africano arrivato a casa dopo una serie di disavventure tragicomiche.

«Due anni fa il Festival delle Lettere di Milano aveva come tema quello dell’adozione ed erano arrivate ben 500 lettere da tutta Italia, una più bella dell’altra» racconta l’attrice. «C’era chi era stata adottata durante la guerra, chi in Ucraina era stata abbandonata dalla mamma e poi adottata in Italia, chi non c'era riuscito. C’era un mondo a cui a me era stato chiesto di dare voce: un reading di 10 lettere. Le prime volte non riuscivo a leggerle, mi veniva da piangere. Alle lettere mio marito Edoardo ha pensato di unire il racconto tragicomico della nostra esperienza di genitori adottivi, persi come tanti altri in una lunghissima trafila burocratica durata 4 anni, tra colloqui con psicologi e assistenti sociali».

L’avventura ha permesso loro, oltre a farsi un’esperienza niente male dei vari uffici della Capitale, di incontrare personaggi di un mondo che è una realtà a sé stante.

«Tutti i giorni viviamo esperienze pazzesche, ma c’è un’immagine che mi torna in mente - conclude l’attrice -. Con Edoardo e gli altri due nostri figli, Marianna e Leonardo, siamo partiti in Etiopia a prendere Robel. L’emozione più bella è stata vedere come una ragazzina di 15 anni e un bambino di 10 abbiano accolto il bimbo, così aperti, così disponibili, così bravi. Io e Edoardo non ce l’avremmo fatta altrettanto bene. Non c’è scuola per i genitori: vai a tentoni e segui il cuore».

Costo 18 euro. AL.FA.

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