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«Blanco e Mahmood cantano gli amori del nostro tempo»

di Gian Paolo Laffranchi
Il video di «Brividi», in corsa domani per la vittoria del Festival, promosso a pieni voti da pareri illustri. Barbato e Crepet: «La società è questa». Ruggeri: «Vince l'inclusività» Moutamid: «Dirompente». Cangianello: «Evocativo». SiSi: «C'è armonia»
Alla fine della seconda esibizione di ieri all’Ariston, dopo aver dato tutto
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Blanco-Mania, con Mahmood altra serata al top

L’avevano detto, prima di salire sul palco del Festival di Sanremo che domani li vedrà gareggiare per la vittoria, cosa intendevano per «Brividi»: «Due ragazzi che amano con lo stesso trasporto e gli stessi timori, con la voglia di amare in totale libertà». Anche se il loro amore va in direzioni diverse. Un concetto forte, quello di Blanco e Mahmood, espresso con delicatezza e decisione insieme attraverso un video già cliccatissimo (5 milioni di visualizzazioni ieri sera, dopo neanche due giorni su YouTube). Cornice degna della bomba di canzone che portano: la più ascoltata di sempre in un solo giorno su Spotify Italia. «Le emozioni ci rivelano per quello che siamo davvero, ci mettono a nudo - dice il talento bresciano -. Stati d’animo che riesco ad esprimere solo cantando e urlando».

A 18 anni, ma il discorso può valere a qualsiasi età. Così come l’amore fotografato nella clip diretta da Attilio Cusani (sia omosessuale che eterosessuale) può emozionare chiunque sappia cos’è, com’è il sentimento dei sentimenti. Eppure rappresenta un inedito, nella storia dei video musicali in Italia. «È la vita ad essere così, come cantano Blanco e Mahmood - osserva Paolo Crepet, psichiatra e sociologo -. È la quotidianità: la ribalta del Festival mostra solo cos’è questa società. Non c’è distanza, non c’è differenza fra persone che sanno cosa vuol dire amare ed è un bene. Dopo secoli di cronache su giovani picchiati, offesi, discriminati per le loro preferenze sessuali, questa pacificazione fa la storia. Chi non gradisce è libero di voltarsi dall’altra parte, ma la storia va avanti lo stesso».

Regista cinematografico bresciano nato a Fes, in Marocco, Elia Moutamid sottolinea «l’ottima fattura di un video che racconta su binari paralleli un solo sentimento. Non è la distinzione fra eterosessualità e omosessualità che emerge, ma l’importanza di innamorarsi in maniera libera, la bellezza di provare quei brividi. Blanco e Mahmood rompono gli schemi. Questo video è un messaggio unico e ambivalente nel contempo, con un elemento in più in cui mi riconosco: sono contento che un figlio di un egiziano e di un’italiana come Mahmood, ambasciatore di una duplice identità, si faccia alfiere di un’operazione di questo tipo». Federico Cangianiello, regista del roster di 5e6, definisce il video di «Brividi» «evocativo, con immagini legate alle emozioni che la canzone trasmette. C’è un’estetica che mi piace. A livello internazionale qualcosa di simile è già stato fatto in diverse occasioni, in Italia era stato Mahmood a percorrere vie simili e la sua sensibilità è affine a quella del regista Attilio Cusani, con cui aveva già collaborato. Il video ha una potenza visiva straordinaria».

Sull’importanza del messaggio Paola Barbato, scrittrice che spazia dai romanzi a Dylan Dog, non ha dubbi: «Non dovrebbe esserci nulla di cui stupirsi, i commenti dovrebbero essere sulla fotografia, sul look, sull’interpretazione, non sul fatto che i sentimenti debbano meritare la stessa considerazione, la stessa lettura. Vivaddio che questa frattura ci sia stata: speriamo che nel prossimo video sullo stesso tema non si noti l’eccezionalità della cosa e si pensi solo alla qualità del racconto».

Giulia Fasolino, autrice, vocalist e insegnante di canto, tifa per il tandem: «Pollice alto in tutto e per tutto. Blanco a diciott’anni ha già una personalità forte, si nota già dai testi che scrive. E Mahmood mi è sempre piaciuto. Il bello è che la somma dei due è anche più interessante, perché fanno musica che non t’aspetti. Bravi e coraggiosi come nel video, che va oltre certi steccati». Mahmood e Blanco sono «da impazzire», come ha evidenziato la co-conduttrice Drusilla Foer (decisamente brillante, peraltro).

Madame SiSi, anima dell’Art Club Disco, è sulla stessa lunghezza d’onda: «Blanco e Mahmood cantano la serenità. Volersi bene, abbracciarsi, riscoprire la gioia di stare insieme dopo la pandemia, in armonia. C’è una socialità che evade dai social e s’impone, riscopre la forza dei sentimenti. Il pezzo, poi, è interessante di suo».

Per Angelo Ruggeri, Fashion News Director di Personne Magazine, «finalmente in un video si parla di diversity e inclusività in maniera del tutto tranquilla. Questo è il punto. Declinato in abiti sul palco: Susanna Ausoni per Mahmood e Tiny Idols per Blanco hanno scelto look fluidi, adatti al messaggio del brano che il video sta veicolando a dovere. Non era mai esistito un dialogo uomo-uomo così a Sanremo, dai Facchinetti padre e figlio a qui il salto è notevole. Blanco e Mahmood cantano guardandosi, si toccano, si spingono. È la celebrazione di una passione musicale».•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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