CINEMA.

«Un angelo all'inferno» riflesso nelle acque del lago di Garda

di Elia Zupelli
Girate a Pozzolengo le scene finali del film del regista Bruno Gaburro La fiction con Giancarlo Giannini sarà trasmessa su Rai 2 a marzo
Foto di gruppo per il cast di «Un angelo all'inferno», in onda a marzo su Rai2
Foto di gruppo per il cast di «Un angelo all'inferno», in onda a marzo su Rai2
Foto di gruppo per il cast di «Un angelo all'inferno», in onda a marzo su Rai2
Foto di gruppo per il cast di «Un angelo all'inferno», in onda a marzo su Rai2

Passano gli anni, cambiano le generazioni, ma il tema delle dipendenze giovanili continua purtroppo a mordere al collo l'attualità.
Non a caso ruota proprio attorno a questo dolente nervo scoperto «Un angelo all'inferno», film a sfondo sociale prodotto da Nuova Media Italia di Michele Calì e Federica Andreoli che annovera nel cast un pezzo da novanta del cinema italiano come Giancarlo Giannini, a fare il paio con la firma di Bruno Gaburro alla regia.
Prodotto sotto l'egida del ministero della Salute, l'opera è stato girato principalmente in Veneto, ma con un'appendice sul Garda, ovvero sullo sfondo della comunità Lautari di Pozzolengo.
La struttura di recupero per tossicodipendenti e giovani in difficoltà diretta da Giovanni Bonomelli, ha ospitato le riprese finali di «Un angelo all'inferno», conferendo all'opera un'ulteriore spinta in termini di pathos e realismo. L'obiettivo? Affrontare tramite il linguaggio espressivo della settima arte l'angusto universo delle dipendenze, addentrandosi in particolare nella complessità delle dinamiche familiari che da esse scaturiscono.
«SPESSO È PROPRIO tra le mura domestiche che si innescano da un lato disattenzione e scarsa consapevolezza dei rischi, mentre dall'altro si tende a tener nascosto un problema che intanto ha modo di crescere indisturbato – evidenzia infatti la sinossi -. Dato che nella tossicodipendenza giovanile gioca un ruolo centrale la famiglia, si è dunque ipotizzata una storia che permettesse di analizzare come la tossicodipendenza incida sulle dinamiche familiari, mettendo in luce quanto la famiglia in realtà sia impreparata ad affrontare la drammaticità di certe situazioni: perché sempre pronta a mettersi sulla difensiva, invece di aggredire il problema accettando l'aiuto che le strutture sociali e sanitarie mettono a disposizione; spesso ignorando non solo la competenza e la professionalità di chi opera nei Servizi territoriali preposti, ma addirittura la loro stessa esistenza». Spunti di riflessione messi a fuoco sul grande schermo cortesia di un cast all'altezza - composto tra gli altri da Laura Adriani, Chiara Conti, Michele Cesari, Roberto Farnesi, Giorgia Wurth, Luca Ward, Emilia Verginelli, Maurizio Mattioli – e del prezioso lavoro di Sergio Rubini, Dardano Sacchetti e Vanio Amici, che hanno rispettivamente curato la fotografia, il soggetto e la sceneggiatura e il montaggio. Il film - girato tenendo conto dei principi della eco sostenibilità e per questo insignito di un particolare riconoscimento alla Mostra del Cinema di Venezia nell'ambito dei «Green Drop Awards» – sarà trasmesso in anteprima nazionale il 5 marzo su Rai 2, in seconda serata dalle 23.15, dopodiché la pellicola vedrà una declinazione territoriale tramite le emittenti private più qualificate a livello nazionale, regionale e provinciale. Ai blocchi di partenza anche un ciclo di serate in stile presentazione-dibattito, laddove al termine della proiezione seguiranno tavole rotonde con relatori qualificati dedicate all'approfondimento del tema delle dipendenze.

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