IL NODO-SQUADRA

Il Brescia ha bisogno di fiducia ma deve essere un blocco unico

di Vincenzo Corbetta
Giocatori e allenatore devono avere totale unità di intenti e i giovani sentirsi appoggiati In questa fase è vietato buttare via altri punti. Sbagliare si può ma per eccesso di coraggio
Andrea Caracciolo, Simone Bentivoglio e Fabio Bertoli dopo il pari-beffa col Carpi.
Andrea Caracciolo, Simone Bentivoglio e Fabio Bertoli dopo il pari-beffa col Carpi.
Andrea Caracciolo, Simone Bentivoglio e Fabio Bertoli dopo il pari-beffa col Carpi.
Andrea Caracciolo, Simone Bentivoglio e Fabio Bertoli dopo il pari-beffa col Carpi.

D'accordo, non si doveva sbagliare. In questo momento il Brescia non può permettersi di non vincere le partite che deve vincere e di perdere le partite che può pareggiare. Con il Carpi c'erano tutte le condizioni per vincere, due gol di vantaggio con due uomini in più fino a due minuti dalla fine.
Ma oggi per il Brescia inizia una nuova settimana di lavoro, quella che introduce alle tre trasferte in dieci giorni: Cittadella in campionato sabato 29 alle ore 15, Sampdoria in Coppa Italia giovedì 4 dicembre alle ore 21, Vicenza nel posticipo della 17a giornata lunedì 8 alle ore 17,30.
COME SIA MATURATO l'incredibile 3-3 col Carpi, è già stato spiegato con dovizia di particolari ieri. Deleterio tornarci su, rimettere il dito nella piaga. I giocatori, l'allenatore Ivo Iaconi, tutto il Brescia si staranno ancora mordendo le mani. Oggi si riparte, l'obiettivo è fare risultato a Cittadella. Carpi è il passato, lo deve essere anche nella mente di tutti.
Quel che preme, qui, è sollecitare il Brescia-squadra a fare quadrato, a essere sempre compatto, a mettere da parte eventuali antipatie, ritrosie. I senatori come guida, i giovani come linfa vitale. Liberati da ogni paura, con la possibilità di sbagliare senza essere crocifissi, così si cresce meglio.
IN QUESTO MOMENTO la squadra va sostenuta. Va motivata, va fatta sentire circondata dalla fiducia, dall'affetto della piazza. E deve essere sostenuta dalla società, da quel che ne resta in questo momento e non destabilizzata.
Se ci vuole chiarezza al vertice, ne serve anche tra staff tecnico e squadra. L'allenatore Ivo Iaconi deve farsi seguire, i giocatori devono seguirlo. Non c'è altra strada e fa male vedere gestacci di qualche senatore esperto rivolti verso la panchina. La speranza è che sia solo la rabbia per un epilogo incredibile, non la spia di un malessere interno che accelererebbe la fine di ogni speranza.
Sì, è vero che non si può addossare alla squadra la responsabilità in toto della salvezza della società. Ma pretendere unità di intenti, lucidità (soprattutto da parte dei più esperti) nei momenti più delicati, come negli ultimi minuti di sabato, è il minimo. Con il Carpi capolista si poteva anche pareggiare, addirittura perdere. Ma non in quel modo, gettando alle ortiche due punti in cassaforte grazie alla freddezza dal dischetto di Andrea Caracciolo e alla giornata incredibile dell'arbitro Merchiori di Ferrara, uno che ha un metro tutto suo per giudicare i falli in area.
Cittadella è uno scontro-salvezza ma il Brescia ha i mezzi per non farsi risucchiare sul fondo. E deve trovare la forza morale, le risorse caratteriali per evitare di avere paura anche quando tutto è a favore. I giovani possono farti vincere a Bologna e tremare con il Carpi anche nelle migliori condizioni. Sta all'allenatore - a lui, a lui solo - caricarli al momento di entrare, facendo sentire fiducia totale, incondizionata. Sta ai senatori metterli a loro agio, guidarli in campo. E i giovani devono giocare consapevoli che sbagliare si può per eccesso di coraggio, mai per difetto. Vale per tutti, anche per l'allenatore.
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