Addio all’ex
presidente Baribbi
Con lui storico doppio salto

di Sergio Zanca
Franco Baribbi con l’allenatore Maurizio Bruno, il primo tecnico scelto da presidente del Brescia
Franco Baribbi con l’allenatore Maurizio Bruno, il primo tecnico scelto da presidente del Brescia
Franco Baribbi con l’allenatore Maurizio Bruno, il primo tecnico scelto da presidente del Brescia
Franco Baribbi con l’allenatore Maurizio Bruno, il primo tecnico scelto da presidente del Brescia

Sergio Zanca È scomparso Franco Baribbi, presidente del Brescia Calcio dal 1982 all’89. Avrebbe compiuto 76 anni il prossimo 2 marzo: «Mi piange il cuore – ha commentato Stefano Bonometti, lo storico capitano, nell’apprendere la notizia-. E’ stato un grande numero 1, amico dei calciatori, un padre per tutti. Ha fatto di tutto per non cedermi alla Fiorentina. Mi diceva: sei una bandiera, e devi rimanere». Baribbi ha preso il timone della società biancazzurra da Mario Cervati, in una situazione terribile: squadra retrocessa in C1, situazione finanziaria delicata, pochi dirigenti disponibili a coprire gli oneri, tifosi amareggiati e in subbuglio. Il suo primo acquisto? Tullio Gritti, pescato dal direttore sportivo Giampiero Grevi ad Arezzo, dove lo aveva lanciato Antonio Valentin Angelillo, scomparso nei giorni scorsi. Un attaccante poco conosciuto, pagato uno sproposito (un miliardo di lire), ma che avrebbe lasciato un segno determinante. Altri arrivi di allora: il centrocampista Torresani, l’attaccante Tedoldi, il difensore Sali. L’allenatore Maurizio Bruno, giunto dal Rimini, ha stentato a ingranare, tanto da essere sostituito da Mauro Bicicli, tecnico della Primavera. Per Baribbi le sofferenze sono iniziate in un pomeriggio piovoso di novembre, a Piacenza. Con gli emiliani in vantaggio per 2-0 il presidente è stato inseguito da un gruppo di esagitati, e sputacchiato come l’ultimo dei paria. Buon per lui che nel finale Cozzella abbia rimediato il pareggio con una doppietta. Fra tante sofferenze, salvezza raggiunta all’ultima giornata, grazie all’1-1 interno con la Triestina (rigore trasformato da Gritti). Nell’83 Baribbi si è affidato a Corrado Orrico. Dopo avere portato parecchi elementi di categoria (Aliboni, Chiodini, Giuliano Giorgi, Mossini, Zoratto, Bresssani, Gaudenzi), di buon valore, l’allenatore si è inalberato per una sconfitta a Fano e le critiche rivolte al legnoso Elli, abbandonando la barca, poi affidata a Guido Settembrino. DALL’84 ALL’86 Baribbi ha collezionato due promozioni in due anni, salendo in Serie A. In panchina Antonio Pasinato. Pochi i nuovi: Ascagni, Maragliulo, Maritozzi, Mulinacci, Melotti (in C1), Gentilini, Paolinelli, Gobbo, Mariani, De Giorgis, Piovani (in B). Una cavalcata fantastica, destinata a rimanere nella storia della società, con Gritti bomber implacabile, e il pubblico tornato a gremire il Rigamonti. Nella massima serie (con Beccalossi, Branco, l’eterno Bonometti, Occhipinti, Turchetta) il Brescia, guidato da Bruno Giorgi, è rimasto una sola stagione, tornando subito in B. Dopo un tranquillo campionato tra i cadetti, e un altro pieno di amarezze, il 2 maggio ’89 Baribbi ha ceduto le quote azionarie a Luciano Ravelli che, assieme a Vincenzo Guerini, ha raggiunto la salvezza grazie a un finale brillante, e allo spareggio di Cesena con l’Empoli. Franco Baribbi era titolare di una carrozzeria con 600 dipendenti, specializzata in veicoli antincendio. Oltre alla sede in città, seguiva anche una fabbrica a Rovereto e una in Sardegna. L’Iveco aveva messo a disposizione dei vigili del fuoco un nuovo mezzo: un autocarro 160 UA, con la guida a sinistra, più potente e affidabile dei precedenti. E la carrozzeria ne curava l’allestimento. Uscito dal mondo del calcio, l’ex presidente è finito sul banco degli imputati insieme a una quindicina tra calciatori, dirigenti e tecnici. In seguito al crack, rovistando tra i conti, è infatti emerso che molti avevano ricevuto premi esentasse prelevati dai fondi dell’azienda. Qualcuno ha patteggiato la pena, qualche altro pagato l’oblazione o chiesto il condono fiscale. Resta il fatto che Baribbi ha impegnato nel Brescia molte delle sue sostanze, con estrema generosità, senza essere aiutato, e finendo dimenticato dai più. •

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