Bollesan, mito per sempre. Con lui fu Brescia tricolore

di Federico Gervasoni
Paolo Paoletti, Adriano Fedrigo, Marco Bollesan e Salvatore Bonetti con la maglia della Wuhrer Brescia: sul petto il mitico scudetto vinto al termine della stagione 1974-1975Con la maglia azzurra durante una partita del 1968 con la Germania Ovest
Paolo Paoletti, Adriano Fedrigo, Marco Bollesan e Salvatore Bonetti con la maglia della Wuhrer Brescia: sul petto il mitico scudetto vinto al termine della stagione 1974-1975Con la maglia azzurra durante una partita del 1968 con la Germania Ovest
Paolo Paoletti, Adriano Fedrigo, Marco Bollesan e Salvatore Bonetti con la maglia della Wuhrer Brescia: sul petto il mitico scudetto vinto al termine della stagione 1974-1975Con la maglia azzurra durante una partita del 1968 con la Germania Ovest
Paolo Paoletti, Adriano Fedrigo, Marco Bollesan e Salvatore Bonetti con la maglia della Wuhrer Brescia: sul petto il mitico scudetto vinto al termine della stagione 1974-1975Con la maglia azzurra durante una partita del 1968 con la Germania Ovest

Dopo Massimo Cuttitta anche Marco Bollesan ha passato la palla. Malato da tempo, aveva 79 anni ed è stato il capitano più forte e carismatico nella storia della Nazionale. Terza linea centro, vinse da giocatore lo storico scudetto con la maglia della Concordia Brescia il 20 aprile del 1975, quando la nostra città divenne per la prima volta capitale del rugby. La sua scomparsa per la Brescia del rugby rappresenta un ulteriore duro colpo dopo che poco più di un anno fa se n’è andato - a causa del Covid - l’ex tallonatore Paolo Paoletti, vincitore di quel glorioso titolo proprio assieme a Bollesan. Classe 1941, genovese d’origine, anche se nato per puro caso a Chioggia, in Veneto, Bollesan aveva iniziato la sua carriera da sportivo nel Cus Genova, passando poi nelle fila del Partenope Napoli e della Concordia Brescia (della quale fu anche capitano) e riuscendo a festeggiare il tricolore con entrambe le società. Ma la storia l’ha fatta anche con l’Italia: 47 i caps, giocando partite in tutto il mondo. Molto apprezzato per le sue doti umane e considerato un vero trascinatore nello spogliatoio, una volta appesi gli scarpini al chiodo ha iniziato la carriera di allenatore guidando gli azzurri nella prima Coppa del Mondo del 1987. Ma è stato anche team manager della Nazionale nelle rassegne iridate del 2003 e del 2007, nonché fondatore delle Zebre nella loro forma originaria di club a inviti. Da tecnico ha in seguito allenato nei campionati minori, specialmente a Livorno, Genova e ad Alghero: in Sardegna ha centrato una storica promozione in A1 insieme proprio a Massimo Cuttitta, deceduto per Covid domenica. «Gli saremo eternamente grati per il suo straordinario contribuito, e io in particolare porterò sempre nel suo cuore i suoi insegnamenti», dichiara commosso il presidente della Federazione Marzio Innocenti. Attualmente Bollesan è l’unico rugbista italiano inserito dal Coni nella Walk of Fame che attraversa il parco del Foro Italico. Vedovo con due figlie, l’ex terza linea azzurro è spirato nella notte tra domenica e lunedì in una casa di riposo di Bogliasco, dove da diversi anni lottava contro una male incurabile. Sanguigno in campo, generoso fuori e narratore di vicende ovali a dir poco epiche, il movimento ovale italiano, già umanamente devastato per la scomparsa prematura e improvvisa di Cuttitta, ieri mattina ha detto dunque addio a un’altra leggenda sportiva, a un simbolo insostituibile. Incessante la pioggia di messaggi di cordoglio rimbalzati sui social nel corso della giornata. Tra questi, struggente il ricordo di chi a Brescia lo conosceva bene come Norberto «Cacho» Mastrocola, che è stato allenato per diverse stagioni dal campione azzurro: «Caro Marco mi hai fortemente voluto a Livorno per dare una mano ai ragazzi toscani e con il tuo carisma incredibile ci hai condotto ai play-off: non ti dimenticherò mai». E ancora il professor Silvio Basso: «Lui era un leader unico, la miglior rappresentazione che il rugby italiano potesse darci nel secondo dopoguerra, ci mancherà moltissimo». I funerali dell’ex capitano della Nazionale si svolgeranno oggi nella chiesa di Sant’Antonio Boccadasse di Genova.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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