CALCIO

Il Brescia a Vicenza per l'assalto alla zona play-off

di Vincenzo Corbetta vincenzo.corbetta@bresciaoggi.it
Oggi alle 14 allo stadio «Romeo Menti»
Florian Ayé, 24 anni: con 12 reti è il capocannoniere del Brescia FOTOLIVEBirkir Bjarnason, 32 anni: per il centrocampista 5 gol in campionato
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L’abusata e stucchevole formuletta «sono tutte finali» stavolta ha la sua veridicità. Lo era la sfida con la Spal, e il Brescia l’ha vinta brillantemente. Lo è la trasferta di oggi a Vicenza (ore 14) e di certo un orario del genere non favorirà l’audience televisiva, in questo caso di Dazn, all’ultimo mese di programmazione della Serie B che da agosto tornerà su Sky. Già i tifosi non hanno la possibilità di andare allo stadio, se poi gli si piazzano le ultime giornate di campionato in orario di fine pausa-lavoro di un giorno feriale... Semplicemente geniale. Quantomeno, rispetto al passato, le ultime 4 giornate (una si è già disputata) si giocano in contemporanea ed è confortante: non bisogna perdersi in calcoli astrusi su chi ha una partita in meno o in più, sono banditi i discorsi pseudo complottisti di chi gioca prima o dopo. La contemporaneità ha il pregio impagabile di azzerare le lagne varie e assortite.

Si gioca e basta. Il Brescia, a Vicenza, deve rendere alla stregua di una finale anche il successivo incontro, l’ultimo in casa e il penultimo del campionato, in programma venerdì alle 14 contro il Pisa. E anche qui viene buona un’altra frase fatta che, sentita all’infinito, nella migliore delle ipotesi fa venire la nausea: «Pensiamo una partita alla volta». Ma anche questa, stavolta, è vera. Vicenza, dunque. Il distacco dalla zona play-off, a 3 giornate dalla conclusione, è di soli 2 punti. E in casa biancazzurra si percepisce un’aria nuova: dalle parole, dagli atteggiamenti, da certe decisioni e, soprattutto, dal rifiorire della squadra dopo la recente sosta. La condizione fisica - individuale e collettiva - è cresciuta notevolmente. Pep Clotet ha lavorato in profondità, sul fisico e sulla testa dei giocatori. Ma sa benissimo che basta uno scivolone per vanificare tutto, per etichettare questa stagione come fallimentare, ma il discorso riguarderebbe in minima parte la sua gestione, che ha portato finora 25 punti in 14 giornate, alla media di 1,78 a gara. Che, se tenuta per 35 giornate, avrebbe significato 62 punti in classifica, ovvero il 2° posto in solitudine, in piena zona promozione diretta.

Un calcolo: 14 partite sono più di un terzo del campionato. E Clotet, badate bene, l’ha ottenuto senza Sabelli e Torregrossa, i pezzi da 90 ceduti al mercato di gennaio. Significa due cose: 1) il presidente Cellino ha fatto una campagna invernale acquisti-cessioni che, alla fine, non è stata sbagliata; 2) a maggior ragione, però, se il Brescia ha saputo tenere una media da promozione diretta per 14 partite, mica poco, significa che la posizione di classifica consona al valore di questo gruppo non è l’attuale, al 10° posto, fuori della zona di chi si batterà per la A. Vicenza, dunque, è il viaggio che deve fruttare al massimo. C’è un altro saltino da fare per entrare tra le elette. E, volendo, c’è da saldare il conticino dell’andata, quello 0-3 in notturna del 4 gennaio. La doppietta di Da Riva e il gol di Cappelletti sancirono una vittoria meritata, ma l’arbitraggio di Illuzzi di Molfetta fu condizionante: 3 rigori solari negati al Brescia, un gol annullato a Torregrossa (sullo 0-3) per un fuorigioco che non c’era. Certo, la rabbia è cattiva consigliera. E la squadra di Clotet dovrà mantenere la calma per avere ragione di un avversario che cerca i punti (i veneti sono a quota 44) che lo mettano al riparo da un finale in affanno per evitare i play-out.

L’ultimo dubbio: ci sarà una rotazione di giocatori? Gli impegni ravvicinati fanno propendere per il «sì», ma perché cambiare uno schieramento che ha funzionato a meraviglia sabato? Tra l’altro c’è appena stata la pausa. Quale considerazione sia la più azzeccata o meno, lo si vedrà solo alla lettura delle formazioni. Azzardando una conferma dell’undici anti-Spal, davanti a Joronen la coppia centrale Cistana-Mangraviti, con Mateju e Martella laterali; in mezzo Van de Looi in regia con Bisoli e Ndoj interni; Bjarnason e Ragusa trequartisti dietro ad Ayé con Jagiello e Donnarumma pronti a subentrare. Si spera per consolidare la vittoria, non per cercarla in extremis. Se poi arriverà alla fine, conta solo ottenerla per giocarsi un’altra finale venerdì contro il Pisa. •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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