Brescia formato Mondiale Karacic entra nella storia

di Alessandro Maffessoli
Fran Karacic in biancazzurro
Fran Karacic in biancazzurro
Fran Karacic in biancazzurro
Fran Karacic in biancazzurro

Come Albert Brülls, Gheorghe Hagi e Gilberto Martinez Vidal. Più in alto di Roberto Baggio. Fran Karacic entra nella storia del Brescia, diventando il quarto calciatore biancazzurro a giocare la fase finale di un mondiale. Lo farà tra un paio di settimane in Qatar vestendo la maglia della nazionale australiana. Croato di Zagabria, dove è nato il 12 maggio 1996, l’esterno destro ha sposato la causa dei «socceroos» - dopo aver iniziato con le selezioni giovanili croate (8 presenze e 2 reti) - debuttando con la nazionale maggiore gialloverde il 3 giugno 2021 nelle qualificazioni mondiali (successo per 3-0 contro il Kuwait). Da allora ha raccolto 11 presenze e un gol, realizzato al secondo gettone in un altro 3-0, questa volta rifilato al Nepal. Sabato 22 novembre Karacic e l’Australia debutteranno nella fase a gironi contro la Francia, campione in carica e inserita tra le favorite d’obbligo per la vittoria finale, proseguendo poi il proprio cammino il 26 novembre contro la Tunisia e il 30 con la Danimarca, semifinalista lo scorso anno negli Europei poi conquistati dall’Italia di Roberto Mancini. Il Brescia e Pep Clotet dovranno fare a meno di lui sicuramente per la sfida del 27 novembre contro la Spal. Poi saranno i risultati sul campo a definire se l’assenza si prolungherà a oltranza. Sono passati quasi 6 mila giorni dall’ultima presenza «bresciana» in una fase finale del mondiale. È il 9 giugno 2006 e a Monaco di Baviera si gioca Germania-Costa Rica (4-2). In campo c’è anche Gilberto Martinez, al secondo mondiale consecutivo. Ma il «tuma» (straniero con più presenze nella storia del Brescia, con 228 gettoni e un gol) si fa male ed è costretto a uscire al 22’ della ripresa: è l’inizio di un calvario per l’allora difensore biancazzurro, poi ceduto alla Roma il 31 agosto 2006 nell’ultimo giorno di mercato. Decisamente più brillanti e fortunate le performance dei predecessori. Nel 1966, in Inghilterra, Albert Brülls arrivò con la Germania Ovest fino alla finale (perdendo 4-2 dopo i supplementari contro i padroni di casa), mentre Usa 1994 consacrò ulteriormente la classe straordinaria di Gheorghe Hagi. «Gica» incantò con la Romania, portata fino ai quarti (ko ai rigori con la Svezia) a suon di prestazioni e gol (3, contro Colombia, Svizzera e Argentina, nel successo per 3-2 agli ottavi). E poi c’è Roby Baggio, nome che tutti avrebbero convocato nel 2002 (a parte il ct Trapattoni, l’unico che avrebbe potuto farlo). Vent’anni dopo c’è ancora l’amaro in bocca per ciò che sarebbe potuto essere (non avremo mai la controprova) e che invece non è stato.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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