Brescia formato Serie A: quattro schiaffi al Venezia

di Alberto Armanini
Stefano Moreo calcia il pallone che vale il 2-0: per l’ex Venezia altra prova convincente  AGENZIA FOTOLIVE/Simone Venezia
Stefano Moreo calcia il pallone che vale il 2-0: per l’ex Venezia altra prova convincente AGENZIA FOTOLIVE/Simone Venezia
Stefano Moreo calcia il pallone che vale il 2-0: per l’ex Venezia altra prova convincente  AGENZIA FOTOLIVE/Simone Venezia
Stefano Moreo calcia il pallone che vale il 2-0: per l’ex Venezia altra prova convincente AGENZIA FOTOLIVE/Simone Venezia

Davvero niente male questo Brescia. Da applausi, se solo il Rigamonti fosse stato aperto al pubblico. Da Green Pass dei sogni proibiti, se solo non fossimo a inizio settembre e con la B in stato poco più che embrionale. Da lustrata d'occhi collettiva, se solo il check-up della pausa internazionale fosse stato visibile in video. Chi non c'era si fidi dei testimoni oculari. Questo Brescia è un piccolo marchingegno davvero ben costruito in cui ogni ingranaggio è già oliato a puntino. I nuovi, i vecchi, i giocatori da rigenerare, quelli da responsabilizzare, quelli che devono portare spensieratezza e pure quelli che devono dare sicurezza. Tutti quanti sanno cosa devono fare e lo fanno nel modo giusto. Il Venezia, squadra di Serie A, finisce come la Ternana e il Cosenza. Controllato, dominato, domato. E battuto, ci mancherebbe altro. È un'amichevole, certo, ma quasi dispiace che non sia una partita di campionato con i 3 punti. Dispiace anche che questa ennesima conferma della stoffa del Brescia sia un affare per pochi intimi. Ma i tifosi presto sapranno. Così si va lontano. Il motivo di tanto ottimismo è scritto nero su bianco (o arancioblù su verde, fa lo stesso) dentro il rettangolo di gioco. Anche contro una squadra di A il Brescia sa comandare il gioco. Nel primo tempo lo fa con metodo, con criterio e con l'arguzia di chi cerca di adattare le idee agli uomini e non di imbrigliare i calciatori in chissà quale ideologia. Inzaghi ha una doppia accortezza tattica per stanare la squadra di Paolo Zanetti e garantirsi il 2-0 già all'intervallo. Un modulo fluido che prevede Bertagnoli terzino destro e Olzer equilibratore delle due fasi. Non trequartista puro ma laterale destro che trasforma il 4-3-3 in 4-4-2. Ne esce una frazione in cui il Venezia insegue la palla e il Brescia la controlla. Bisoli la sblocca di testa su invito di Pajac per l'1-0 prima di un pezzo di bravura del trio Bertagnoli-Olzer-Moreo. L'ex Chievo non si limita a sbrigare l'ordinario sulla destra ma tenta la proiezione offensiva e serve il compagno sulla verticale che addomestica e ispira la punta. In tre tocchi la difesa lagunare è impantanata e la palla sparisce in porta. Bellissimo. Dopo la girandola dei cambi, al 10' del secondo tempo, il peso delle categorie diventa più evidente e trasforma il Brescia in squadra di attesa e ripartenza. Forte, Johnsen e i nuovi entrati dal Venezia sembrano mettere in discussione il dominio biancoblù ma è una scossa a cui il buon Perilli e la traversa fanno da parafulmine. Vero anche che Bajic e Leris sfiorano due volte il tris equilibrando le occasioni prima che lo stesso Bajic approfitti di una topica di Molinaro per arrotondare il punteggio e Jagiello cali un poker più che meritato. Senza Karacic, Tramoni, Huard, Chancellor, Mateju, Papetti, Ayé e Joronen, questa partita racconta una verità inconfutabile. Il Brescia ha due squadre di titolari che possono lottare senza distinzioni per l'obiettivo più grande. Un'abbondanza che Inzaghi dovrà saper dosare ma da cui potrà attingere a piene mani strada facendo. C'è tanto di buono. Ci sarà da divertirsi.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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