Brescia, ma quanto è bravo Galazzi È pure un affarone

di Vincenzo Corbetta
Nicolas Galazzi, 21 anni, esulta dopo l’1-0 al Perugia: la «C» con le dita sta per Camilla, la sua ragazza, alla quale è dedicato il gol ONLY CREWFlorian Ayé e Nicolas Galazzi, autori delle 2 reti del Brescia al Perugia
Nicolas Galazzi, 21 anni, esulta dopo l’1-0 al Perugia: la «C» con le dita sta per Camilla, la sua ragazza, alla quale è dedicato il gol ONLY CREWFlorian Ayé e Nicolas Galazzi, autori delle 2 reti del Brescia al Perugia
Nicolas Galazzi, 21 anni, esulta dopo l’1-0 al Perugia: la «C» con le dita sta per Camilla, la sua ragazza, alla quale è dedicato il gol ONLY CREWFlorian Ayé e Nicolas Galazzi, autori delle 2 reti del Brescia al Perugia
Nicolas Galazzi, 21 anni, esulta dopo l’1-0 al Perugia: la «C» con le dita sta per Camilla, la sua ragazza, alla quale è dedicato il gol ONLY CREWFlorian Ayé e Nicolas Galazzi, autori delle 2 reti del Brescia al Perugia

Il Brescia sa usare la testa. In campo e fuori. E il simbolo di una squadra giovane che gioca, vince ed è prima in classifica non può che essere Nicolas Galazzi, arrivato prima dell’inizio del ritiro di Ronzone. Un’operazione frutto di un certo modo di fare mercato: più sostanza, meno nomi, la sostenibilità economica prima di tutto. Nato a Pavia il 18 dicembre del 2000, Galazzi inizia nell’Accademia Pavese e va nelle giovanili dell’Inter. Per anni viene prestato ovunque: prima al Fanfulla, poi lo prende il Piacenza che lo manda a farsi le ossa con i dilettanti al Vigor Carpaneto. Nel febbraio 2021, eccolo al Venezia che in giugno lo piazza alla Triestina, con cui la scorsa stagione in Serie C totalizza 25 presenze e 4 reti. A fine campionato il ritorno al Venezia, che tra gli obiettivi di mercato ha l’allora portiere biancazzurro Jesse Joronen. Giorgio Perinetti a Venezia ha buoni agganci per il suo passato nella società lagunare. I suoi ex collaboratori Paolo Poggi e Mattia Collauto da tempo gli parlano un gran bene di un certo Galazzi, che a Trieste gioca soprattutto come 5° di centrocampo o addirittura terzino sinistro nella difesa a 4. E non si spiegano come il Venezia sia disposto a privarsene così facilmente. Perinetti annota ma in estate, quando torna a Brescia, parlando di obiettivi di mercato il presidente Massimo Cellino gli fa il nome, tra gli altri, di Galazzi: la società lo segue da tempo. Facile cogliere la palla al balzo: Joronen si trasferisce in Laguna, Cellino e Perinetti chiedono in cambio il portiere Lezzerini e, appunto, Galazzi oltre a un conguaglio. Riassumendo: il Brescia cede Joronen, ottiene a titolo definitivo 2 giocatori come Lezzerini e Galazzi e incassa oltre un milione di euro. Un affare che, dopo le prime 4 giornate di campionato, ha sempre più le sembianze di un capolavoro. Lezzerini è decisivo alla prima giornata (rigore parato a Mazzocchi del Südtirol sull’1-0, poi il Brescia vincerà per 2-0) e a Como per conservare l’1-0. Galazzi è la sorpresissima. Pep Clotet lo schiera nel suo ruolo, mezz’ala sinistra. E fin dalle prime amichevoli il giocatore convince. A Pisa, in Coppa Italia, subentra nel finale con una personalità che lo porta a colpire la traversa. Clotet gli fa giocare quasi l’intera ripresa alla prima di campionato col Südtirol (dall’8’ rileva l’infortunato Ndoj), a Frosinone entra a 12 minuti dal 90’ per Papetti. A Como eccolo titolare, al fianco di Moreo e Ayé. Ed è suo, al 45’, il perfetto passaggio che manda in gol Bertagnoli. Confermato contro il Perugia, Galazzi, alla prima da titolare al Rigamonti, al 5’ segna il 1° gol in biancazzurro (con dedica a Camilla, la sua ragazza) e sforna un altro assist (sempre dalla sinistra, sempre rasoterra) per il 2-0 di Ayé. Si capisce anche da questi particolari il criterio con cui è stata costruita la rosa 2022-23, con l’obiettivo di raccogliere in futuro i frutti di questa politica. Galazzi, finora, non è mai stato in campo per 90 minuti. Clotet lo ha sostituito al massimo dopo un’ora. La preparazione estiva del tecnico è stata pesantissima e, in questo inizio di stagione, logico che la condizione non sia ancora ottimale. Anche il lavoro dell’allenatore è finalizzato sul lungo periodo. Ma Clotet ha insegnato alla squadra come gestire i momenti di stanca. Il prolungato possesso del pallone nella ripresa contro il Perugia è l’esempio. Il Brescia sa usare la testa. In campo e fuori, come dimostra l’operazione-Galazzi. •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Suggerimenti