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Brescia, sostegno massimo per il traguardo play-off: contro lo Spezia il Rigamonti deve essere una bolgia

di Vincenzo Corbetta
Domani contro lo Spezia squadra rimaneggiata. Per spingerla oltre le difficoltà serve il Rigamonti ribollente di tifo

Basta guardarsi indietro, dire che - vabbè - rispetto all’anno scorso è un’altra vita. No! Il Brescia in zona play-off è una costante in Serie B. E, quando non c’erano gli spareggi, era sempre al vertice. Non per niente ha il record italiano di partecipazioni alla serie cadetta (65). Dunque, essere tornato a lottare per i play-off è la normalità.

Più in trasferta che in casa

E dovrebbe essere la normalità il Rigamonti pieno e ribollente di tifo domani, 27 aprile, per la fondamentale partita contro lo Spezia. La stranezza del pianeta biancazzurro è questa: in proporzione c’è molta più gente in trasferta rispetto alle gare interne. I settori ospiti sono sempre strapieni, a Cremona come a Como, a Cittadella come a Genova, a Venezia come sarà a Piacenza il 1° maggio per il derby con la Feralpisalò.

Ma a Mompiano? A parte i 12 mila per la gara di andata con i gardesani, c’è sempre una scusa per non venire allo stadio: un tempo c’era Corioni, ora rimpianto anche da molto di coloro che lo contestavano senza motivo; poi l’incertezza del dopo Corioni (Marco Bonometti: mai ringraziato abbastanza), ora pure Cellino non va bene, con tutti i difetti (che ci sono) ma anche i meriti (idem).

L'appello 

Detto che ognuno è libero di fare ciò che vuole, ma domani (e anche il 5 maggio per l’ultima in casa contro il Lecco) è una di quelle partite in cui il vero appassionato di Brescia non può mancare. Serve un tifo ribollente, che contro la Ternana si è visto solo a tratti (solo un’impressione?), un “forza Brescia“ gridato 90 minuti su 90, cori non autoreferenziali ma mirati a spingere una squadra che in questo momento è incerottata, stretta intorno a un allenatore che sa come ottenerne il massimo anche nelle condizioni più critiche. E le condizioni per questo finale di campionato critiche lo sono sul serio.

Meriti e demeriti

Cellino è stato bravo in soli 4 giorni - 30 agosto-3 settembre, tra l’ufficialità della riammissione in B e il debutto in campionato contro il Cosenza - a puntellare la rosa della retrocessione (Besaggio, Bjarnason, Borrelli, Dickmann, Moncini, Paghera, che ieri ha perso la cara mamma Antonella), pure a non indebolirla a gennaio.

Ma nel mercato invernale ha sbagliato a non ascoltare chi, anche da queste colonne, suggeriva rinforzi. Ora come ora un attaccante in più sarebbe servito come il pane. Borrelli ha chiuso anzitempo la stagione, Olzer è in infermeria e Moncini, l’unico centravanti a disposizione, viene letteralmente gestito in allenamento perché è in sofferenza e, mancando lui, Maran dovrebbe inventare l’impossibile perché questa squadra ritrovi la via del gol, che manca da 185 minuti, dal 3° gol al Pisa firmato, guardacaso, da Moncini.

Questo gruppo di giocatori, questo allenatore con il suo staff meritano tutto il sostegno in questo momento, e non soltanto da coloro che ci sono sempre. Contro lo Spezia il Rigamonti deve essere una bolgia. Il Brescia è in zona play-off, è li che deve stare. Ma mai come ora serve l’apporto di tutti. E basta guardarsi indietro. Questa è la normalità, non un anno fa!

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