il commento

Caro Cellino: perché sempre questo caos?

di Vincenzo Corbetta
Massimo Cellino, presidente del Brescia
Massimo Cellino, presidente del Brescia
Tutti gli allenatori di Cellino

Perché un tecnico non licenziato da due giorni non è regolarmente al suo posto, in mezzo al campo del centro sportivo di Torbole Casaglia, ad allenare la squadra che domenica giocherà una partita di campionato? Perché il suo sostituto designato viene fatto venire dall’Uruguay, si fa vedere in sede, parla con il direttore dell’area tecnica, di buon mattino è già al campo? Inzaghi si è preso una mini-vacanza? Lopez ha voluto riprovare il brivido di allenare anche solo per poche ore? Ci vuole serietà e la mancanza, in questo caso, non è la decisione di Cellino di esonerare (pardon, di avere l’intenzione di) un allenatore terzo in classifica, a un punto dalla promozione diretta. Una scelta si può approvare o criticare, però è legittima. Ma non è pensabile creare tutto questo caos con la squadra in piena lotta per la promozione. Il Brescia di Cellino, va riconosciuto, ha tutto per andare in Serie A e restarci a lungo: ha i conti in ordine (e in questo periodo vale come un centravanti da 25 gol a stagione), è reduce da un mercato giustamente definito da Marroccu «netto e chiaro» perché l’obiettivo è «andare in A anche a costo di triturarci». Qui altro che triturarsi! Dopo questo esonero-non esonero Inzaghi rischia di restare ampiamente delegittimato. Ed è ancor più incredibile l’esistenza di una clausola del contratto dell’allenatore, ieri sera in sede con il proprio legale, per cui la cacciata è vietata se la squadra è ai primi 8 posti della classifica. In soldoni: 1) in questo momento, al di là dell’ufficialità, il Brescia è senza tecnico; 2) la permanenza di Inzaghi è legata a una clausola e a un cavillo su cui si stanno scervellando squadroni di avvocati; 3) si rischia di rovinare una stagione fin qui gestita bene da tutti, società compresa. Presidente Cellino, perché? •. Vincenzo Corbetta © RIPRODUZIONE RISERVATA

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