Finalmente un segnale incoraggiante

Eugenio Corini in panchina a Brescia: a destra Massimo Cellino
Eugenio Corini in panchina a Brescia: a destra Massimo Cellino
Eugenio Corini in panchina a Brescia: a destra Massimo Cellino
Eugenio Corini in panchina a Brescia: a destra Massimo Cellino

Stavolta, dalle parole ai fatti, sono trascorse poche ore. Massimo Cellino ha proposto a Davide Dionigi il prolungamento del contratto fino al 2022, l’allenatore ha detto «sì» e oggi ci sarà l’annuncio ufficiale dell’avvenuta firma. Non accadde come nel periodo prenatalizio del 2019 quando Eugenio Corini, tornato dopo l’infausta parentesi di Fabio Grosso, nella sua esperienza-bis centrò subito 2 vittorie (Spal, Lecce). Il presidente annunciò che gli avrebbe sottoposto il rinnovo del contratto. Con soddisfazione pubblica di Corini medesimo. La storia non si è ripetuta adesso con Davide Dionigi. All’allenatore, in carica dal 10 dicembre, Cellino ha proposto di estendere l’intesa fino al 2022. Un’intenzione chiara sulla fiducia del presidente che non viene meno nonostante il momento poco felice della squadra (3 ko nelle ultime 4 gare). La premessa di un progetto tecnico a media scadenza nel giorno della cessione di un altro dei protagonisti della promozione del 2018-19, Sabelli, andato a rinforzare l’Empoli, la capolista del campionato cui partecipa il Brescia. I COLPI DI SCENA con Cellino sono continui. E intanto si aspetta la fine del mercato - mancano una decina di giorni- per dare un giudizio sulla rosa. Se il presidente, d’ora in poi, si dedicherà a rinforzare come si deve la squadra, si potranno ancora nutrire speranze di non vedere il Brescia comprimario nel campionato di cui è primatista italiano di presenze. Ma la firma di Dionigi sul prolungamento fa pensare a un progetto vero, che arriva in piena tempesta di mercato - le rivoluzioni si fanno d’estate, non nella campagna di riparazione - ma è un segnale incoraggiante. Andò diversamente con Corini, lusingato dai propositi presidenziali di legarlo con un contratto pluriennale, salvo poi essere riesonerato - stavolta in modo definitivo - un mese e mezzo dopo, ai primi di febbraio, dopo la sconfitta di Bologna maturata all’ultimo secondo. Gli 11 punti ottenuti da Dionigi in 8 partite sono manna dal cielo, conquistati nelle condizioni peggiori per un allenatore arrivato in corsa, con un calendario ingolfato (7 partite in 23 giorni prima della sosta), una squadra non preparata come si deve e minata dal Covid, e non basta la ritrovata negatività ai test per guarire. E che ora si trova senza due dei pezzi migliori. Una considerazione che Cellino deve avere fatto propria. Dunque, Dionigi fino al 2022 come da contratto. Il resto sta solo nelle intenzioni del presidente di non proseguire nella serie infinita di esoneri e dietrofront. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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