Il Brescia balla in mezzo al gran finale: chi parte?

di Gian Paolo Laffranchi
Dimitri Bisoli, 27 anni: finora in campionato è sempre subentrato nel secondo tempo. Resta o va? Oggi la veritàJesse Joronen: ha 28 anni Emanuele Ndoj, 24 anni: il centrocampista non vorrebbe muoversi da Brescia FOTOLIVEIl tecnico Filippo Inzaghi, 48 anni, e il presidente Massimo Cellino, 65
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Ultimo giorno, poche ore e la campanella suonerà. Cappello sulle 23, un cilindro da cui per il Brescia difficilmente uscirà qualcosa di diverso da un terzino sinistro. Ma i riflettori sono puntati più che altro sulle possibili uscite, che al momento di andare in stampa sono fondamentalmente due. Non Jesse Joronen (sostituire al volo un numero uno del suo valore sarebbe un bel problema), ma Emanuele Ndoj e Dimitri Bisoli. Previsioni? Improbabilissimo che partano entrambi. Improbabile ma non impossibile che restino entrambi. Possibile, anzi, probabile che saluti uno dei due. Il candidato numero uno alla cessione sarebbe Emanuele Ndoj, per diversi motivi. L’albanese del ’96 potrebbe seguire la strada che porta all’uscita già imboccata da Alfredo Donnarumma e Bruno Martella (altri veterani assistiti dal procuratore Mario Giuffredi, entrambi finiti alla Ternana) perché la sua discontinuità è ragione di riflessione e perché nel suo ruolo adesso c’è decisamente abbondanza: oltre al confermato Jagiello ci sono Tramoni, Leris, Cavion e Olzer. Ndoj può avere mercato, con le qualità tecniche e fisiche che ha: tocco, tiro e cambio di passo. Ha giocato soltanto con la V sul petto da professionista, dopo essersi fatto notare nelle giovanili della Roma, conquistando una promozione e subendo una retrocessione. Ha un contratto in scadenza nel 2022 e vorrebbe rimanere a Brescia per poi andare in scadenza a fine campionato. Fra un anno, di conseguenza, potrebbe scegliersi senza problemi la nuova destinazione. Senza bisogno di accordi fra club, libero di andare dove preferisce. Oggi Salernitana e Sampdoria sono due opzioni per Ndoj. Ma lo sono, eccome, pure per Dimitri Bisoli. Il centrocampista figlio dell’ex biancazzurro Pierpaolo ha una lunga storia qui. Il Brescia è la squadra della sua vita. A 27 anni può dire di essere diventato calciatore qui, arrivando da comprimario nel 2016. Gli è bastato un attimo per dimostrare che il papà aveva ragione, decisamente, a raccomandarne l’acquisto. Bisoli nel Brescia ha scalato tutte le gerarchie, è diventato capitano e ha debuttato in Serie A. È stato promosso, è sceso, è diventato un uomo simbolo. Cinque stagioni e ancora 3 anni di contratto, ma anche un poker di club sulle sue tracce. Oltre alla Sampdoria e alla Salernitana, ad aver segnato il nome di Bisoli sul taccuino sono Torino e Genoa. Tutte piazze di Serie A. «Se ci danno i soldini che vale lo diamo, altrimenti no», ha chiarito Massimo Cellino, presidente che l’ha visto crescere e che l’avrebbe potuto cedere per 2,5, anche 3 milioni di euro nelle scorse sessioni. Adesso Bisoli gioca meno, non è il capitano designato (la fascia è passata ad Andrea Cistana, «il più bravo» sempre a detta di Cellino), la sua quotazione è scesa ma rimane milionaria. E se Ndoj vuol restare dov’è potrebbe toccare a lui partire, andando a cercare spazio e fortuna in una categoria superiore (salvo inserimenti dell’ultim’ora). In casa Brescia non sarebbe una partenza da poco. Bisoli ha pesato in questi anni anche nello spogliatoio. È un punto di riferimento. Sarebbe un altro pezzo della squadra-promozione del 2019 che se ne va. Può succedere, anche perché nello scacchiere di Filippo Inzaghi ci sono già molti pezzi pregiati. Una varietà tale da puntare alla Serie A senza temere troppo la concorrenza.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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