Il Brescia dall’inizio è abituato a urlare «fuori i secondi»

di Alberto Armanini
Massimo Bertagnoli, 22 anni: il centrocampista è il capocannoniere del Brescia insieme a Moreo con 4 retiFilippo Inzaghi: ha 48 anni
Massimo Bertagnoli, 22 anni: il centrocampista è il capocannoniere del Brescia insieme a Moreo con 4 retiFilippo Inzaghi: ha 48 anni
Massimo Bertagnoli, 22 anni: il centrocampista è il capocannoniere del Brescia insieme a Moreo con 4 retiFilippo Inzaghi: ha 48 anni
Massimo Bertagnoli, 22 anni: il centrocampista è il capocannoniere del Brescia insieme a Moreo con 4 retiFilippo Inzaghi: ha 48 anni

Per la quarta volta dall’inizio del campionato il Brescia si trova ad affrontare la seconda in classifica. È successo alla sesta giornata con l’Ascoli, alla nona con la Cremonese e all’undicesima con il Benevento. Tre partite con chi stava sul secondo gradino del podio, nonché ultimo slot per la Serie A diretta, che hanno portato ad altrettante vittorie. Se con l’Ascoli è stata più dura del previsto, da 2-0 a 2-3 grazie a un secondo tempo di fuoco su un campo tradizionalmente stregato, Cremonese e Benevento hanno certificato il salto di qualità del Brescia. I grigiorossi hanno impegnato non poco la banda Inzaghi ma hanno scialacquato un rigore e si sono arresi all’arrembaggio guidato dal redivivo Spalek con deviazione di Bertagnoli. Al contrario la Strega, pur è battuta all’89’, è stata domata fin dall’avvio. Con personalità e non solo per demerito altrui. Ora sotto con il Pisa. La squadra toscana è una nobile (di toga, non di sangue) di questo campionato, l’ennesima seconda della classe che bussa alle porte del Rigamonti con intenti dinamitardi. Come l’Ascoli a suo tempo, arriva alla partita dopo una vittoria e una sconfitta nelle ultime 2 gare ma può contare su qualità e continuità di rendimento molto più simili a Cremonese e Benevento. Va da sé che la storia della partita sia tutta da scrivere, così come il finale. Però il Brescia è pronto a calare il poker e proseguire la fuga. Esattamente come il Benevento 2 anni fa, capace di raggranellare ben 7 punti di vantaggio sul 3° posto alla 13ª giornata e poi di volare via incontrastata verso la A. Vincere con il Pisa porterebbe il Brescia proprio in quella direzione. Vorrebbe dire mettere altra distanza dalla zona play-off, fortificare certezze (mentali, tecniche, tattiche, agonistiche) che già oggi paiono granitiche e, cosa che non guasta, mettere fieno in cascina per eventuali periodi di calo fisiologico. A prescindere dal risultato del Lecce contro la Ternana, c’è la possibilità di allungare ulteriormente sulla concorrenza per presentarsi al rush finale del girone d’andata con un discreto gruzzolo di punti da gestire. Non è dato sapere se Parma, Monza, Spal e Cittadella si presenteranno al cospetto del Brescia e portarsi avanti è un buon modo per non dover buttare quanto di buono è stato fatto fra qualche giornata. L’intento del Brescia è stato ribadito anche da Jesse Joronen: «Siamo partiti con l’obiettivo di arrivare in alto, di provare a vincere il campionato - ha detto il portiere -. Il Brescia è una grandissima società, con una bella storia. Il livello dei giocatori è notevole… Ma bisogna pensare solo alla prossima gara». Una gara da vincere come si è fatto con le altre squadre d’alta classifica. Perché in Serie B fa la differenza: gli scontri diretti hanno un peso specifico enorme. Un esempio? Tra tutte le partite che si possono pescare dal mazzo, quella che ha permesso di stiracchiare le distanze in cima alla classifica e accennare la fuga è la gara con il Lecce. Senza l’1-1 di Bisoli all’87’ oggi si avrebbero gli stessi punti dei salentini, con il Pisa alle spalle pronto ad azzannare la preda. Invece il Brescia è lassù, solo soletto, con la possibilità di accelerare dopo aver dato avvio alla fuga•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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