Serie B

Il Brescia frenato dalla paura non piace per nulla a Cellino

di Vincenzo Corbetta
L'incontro contro il Modena ha mostrato la mentalità di chi pensa alla salvezza e stop. E questo non va giù a Cellino, diviso tra l’attesa di un acquirente che gli dia la cifra richiesta (20-25 milioni) per passare la mano e la voglia matta di portare il Brescia in A
Perplesso Massimo Cellino in tribuna martedì sera a Mompiano contro il Modena ONLY CREW / SIMONE VENEZIA
Perplesso Massimo Cellino in tribuna martedì sera a Mompiano contro il Modena ONLY CREW / SIMONE VENEZIA
Perplesso Massimo Cellino in tribuna martedì sera a Mompiano contro il Modena ONLY CREW / SIMONE VENEZIA
Perplesso Massimo Cellino in tribuna martedì sera a Mompiano contro il Modena ONLY CREW / SIMONE VENEZIA

No, al momento nessun ultimatum all’allenatore ma a Massimo Cellino non piace per nulla il Brescia frenato dalla paura quando gioca in casa contro avversarie alla portata. Come il Modena di martedì sera, come l’Ascoli e la Feralpisalò. Nelle ultime 3 partite a Mompiano i biancazzurri hanno raccolto solo 2 punti, potevano benissimo essere zero se Moncini non avesse trovato la zampata dell’1-1 all’85’ contro i bianconeri marchigiani e al 91’ nel primo derby bresciano della storia in Serie B. Contro il Modena Moncini c’era negli 11 minuti di recupero successivi al gol di Zaro, arrivato al 90’, ma il miracolo di agguantare il pari per i capelli stavolta non c’è stato.

Il fastidio del presidente


A fine partita il presidente era infastidito non tanto per il ko in sè, ma per il modo in cui è maturato, dopo una prova che più rinunciataria non avrebbe potuto essere. Zero tiri in porta, occasioni con il contagocce, soprattutto mai l’impressione di prendere in mano la gara, una parvenza d’assedio, niente. Contro Ascoli e Feralpisalò, spinto dalla necessità dello svantaggio da recuperare, il Brescia dopo l’intervallo era stato arrembante, anche bello da vedere: difesa altissima, con Cistana primo regista nella metà campo altrui, attacchi continui a ritmi non banali, gli avversari asserragliati nella propria area, costretti a difendersi con due linee vicinissime, spesso un 5-5-0 perché la forza d’urto del Brescia era notevole. Ma al Rigamonti i biancazzurri troppo spesso scendono in campo badando in primis a non prenderle. Eppure Gastaldello non ha un organico risicato, eccetto il reparto centrali difensivi. Contro il Modena ha cambiato 5 giocatori degli 11 di partenza rispetto a Terni e l’abbondanza in panchina (Fares, Huard, Paghera, Bjarnason, Moncini, Bianchi) lo scorso anno se la sognava.

Occasione sprecata


La sconfitta non cambia niente per l’obiettivo di partenza, dunque perché non giocare con più coraggio? Il Brescia contro il Modena ha mostrato la mentalità di chi pensa alla salvezza e stop. E questo non va giù a Cellino, diviso tra l’attesa di un acquirente che gli dia la cifra richiesta (20-25 milioni escluso il centro sportivo di Torbole Casaglia) per passare la mano e la voglia matta di portare il Brescia in A. Martedì si è reso conto che non basta una rosa discretamente assortita, serve la mentalità. E quella può darla l’allenatore. No, ancora nessun ultimatum a Gastaldello; un penultimatum, sì.

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