Il Brescia pensa alla regia mobile

Per più di un tifoso - commenti social alla mano - Tom van de Looi è uno dei problemi irrisolti del Brescia. «Orizzontale, timido, impreciso», il giudizio che va per la maggiore. Inzaghi non è dello stesso avviso, tanto da averlo schierato titolare 15 volte su 17. Di più: attorno a van de Looi e alle sue caratteristiche individuali, piaccia o no, ha costruito una grossa fetta dell’identità di squadra. Parla chiaro il minutaggio, con l’olandese al 4° posto (1.456 minuti) dietro a Cistana (1.650), Pajac (1.590) e Joronen (1.465). Non un giocatore di secondo piano né un’alternativa ma uno su cui puntare forte. Le uniche 2 partite in cui Super Pippo lo ha tenuto fuori dall’undici titolare sono anche quelle contro le rivali dal tasso tecnico più alto di tutte: Benevento e Monza. Come a dire che in quei contesti erano più funzionali la corsa e l’intensità di Bisoli che il piede educato e geometrico dell’olandese. Domenica, nella sfida interna con il Cittadella, la questione si ripresenterà pari pari, stavolta non per scelta tecnica ma per imposizione del giudice sportivo. Van de Looi non ci sarà e Inzaghi dovrà ridisegnare il centrocampo. Come è tutto da scoprire anche se è facile intuirlo. Ma cosa perde e cosa guadagna il Brescia senza di lui? Fin qui, quando si è trattato di preferire un giocatore a van de Looi si è sempre e solo scelto Bisoli. A Benevento affiancato da Cavion e Bertagnoli, con il Monza da Bertagnoli e Jagiello. In sostanza il disegno è sempre lo stesso: Bisoli più un palleggiatore e un tuttofare. Così potrebbe essere anche domenica. Allo stato attuale il capitano vale van de Looi per numeri, atteggiamento in campo e rendimento. Statistiche alla mano (fonte fotmob.com) l’olandese ha un indice prestazionale di 7.01 e il capitano di 6.98, rispettivamente 8° e 9° della squadra. Identico il dato dei passaggi chiave (quelli che valgono una potenziale occasione pericolosa). Sono 0,5 in media a partita per entrambi in una classifica che vede nella top five di squadra Marko Pajac (2.2), Filip Jagiello (1.4), Mehdi Leris (1.2), Rodrigo Palacio (1.1) e Matteo Tramoni (0.9). È una statistica indicativa. Il fulcro del gioco - o regista che dir si voglia - ad oggi va cercato in posizioni avanzate o, nel caso di Pajac, defilate. Ecco perché nel contesto del Brescia van de Looi schierato davanti alla difesa vale quanto Bisoli. E qui si entra in un secolare dibattito sconosciuto ai più: il regista non è una posizione ma un compito. Secondo un vizio tutto italiano si tende a considerare chi gioca davanti alla difesa come «play». Ma non è così. Bisoli e van de Looi sono le facce della stessa medaglia. Uno ha temperamento, senso della posizione, intensità; l’altro è più regolarista, un gestore che viene da una scuola come quella olandese fatta da metodisti che allargano il gioco e non cercano la verticalità. Ma non c’è tutta questa differenza. A livello tecnico van de Looi ha una miglior percentuale di passaggi riusciti (82.8) rispetto a Bisoli (73.7) ma si prende qualche rischio in meno. Con il Cittadella, quindi, i concetti di gioco non cambieranno. Dalla cintola in giù il Brescia sarà conservativo e delegherà alle mezzali, ai trequartisti, alla punta e a Pajac il compito di costruire gioco. Com’è sempre stato e come sarà, a meno che a gennaio si metta mano al portafoglio per un centrocampista con caratteristiche diverse che nessuno, ad oggi, in questa rosa possiede. •. © RIPRODUZIONE RISERVATA