calcio

Il primo Brescia di Maran «battezzato» dal grande De Zerbi con una punizione «d’autore»

di Vincenzo Corbetta
Il 2 settembre 2005 il debutto con un ko a Catania: l’attuale allenatore del Brighton gli diede un dispiacere. La partita finì 2-1
Rimessa di De Zerbi davanti a Maran
Rimessa di De Zerbi davanti a Maran
Rimessa di De Zerbi davanti a Maran
Rimessa di De Zerbi davanti a Maran

Ormai Roberto De Zerbi viaggia su altri pianeti calcistici. Alla guida del Brighton sta compiendo meraviglie. Ormai è uno degli allenatori più apprezzati non solo della Premier League ma in tutta Europa. Tanto che il quotidiano catalano «Sport» parla di lui come del probabilissimo successore di Carlo Ancelotti, destinato a diventare commissario tecnico del Brasile, sulla panchina del Real Madrid.

Cuore biancazzurro

Ma De Zerbi, di certo, non si offende se si rispolvera il suo passato legato al Brescia. Tutt’altro. La squadra per cui tifa in modo viscerale fin da ragazzo da fantasista lo vede protagonista soltanto per una mezza stagione (2007-2008, 17 presenze e una rete). Ma la sua passione non fa mai venire meno la sua professionalità. E in campo, da avversario, De Zerbi sa colpire anche i colori del cuore. Come il 2 settembre 2005. Si parte dalla seconda giornata: la prima, tra cui Brescia-Cremonese, viene rinviata quasi in blocco per la protesta dei sindaci contro la decisione di far giocare la Serie B il sabato alle 15.

Esordio di Maran al Brescia contro De Zerbi

Così, l’esordio di Rolando Maran alla guida del Brescia avviene a Catania, che come i biancazzurri costruisce la squadra per risalire in Serie A e uno dei colpi di mercato del direttore sportivo siciliano Pietro Lo Monaco, tra gli artefici della promozione in A del Brescia nel ’99-2000, è proprio De Zerbi, numero 10 di nome e di fatto, voluto espressamente dal tecnico etneo Pasquale Marino, che sulla panchina biancazzurra si siederà per 13 partite nel 2017-18, anno primo dell’era Cellino. Si gioca alle 20.45. Il Catania è in ritiro in un albergo della bellissima Aci Trezza, dove sono alloggiati anche alcuni giornalisti bresciani. De Zerbi li saluta, confessa che un giorno gli piacerebbe indossare la maglia con la V bianca ma è deciso a conquistare subito il suo nuovo pubblico. De Zerbi è il trequartista dietro alle punte Del Core e Spinesi nel 3-4-1-2 di Marino; il debuttante Maran sceglie il 3-4-2-1 con Agliardi in porta; Zoboli, Stankevicius e Mareco centrali difensivi; Mannini, Jadid, Piangerelli e Cortellini in mediana; Del Nero e Strada dietro all’unico attaccante Possanzini.

Pennellata d’autore

Al 42’ ecco la magia: c’è una punizione dal limite per il Catania, De Zerbi con il suo sinistro fa passare il pallone sopra la barriera e la fa atterrare appena sotto l’incrocio dei pali, alla sinistra dell’immobile Agliardi. La partita finisce 2-1. Nella ripresa raddoppia Del Core in acrobazia all’11’ e accorcia Bruno, subentrato al posto di Strada, al 19’. Risultato in bilico fino all’ultimo, ma finché il fiato lo sorregge De Zerbi è per distacco il migliore in campo, tanto da essere premiato da Bresciaoggi con un eloquente 7.5 in pagella.

La punizione di De Zerbi
La punizione di De Zerbi

Debutto ed epilogo amari

Per Maran un debutto amaro, ma il 5-2 di Avellino e l’1-0 in casa nel recupero contro la Cremonese (a segno Del Nero) riportano il Brescia subito nella parte alta della classifica. Se la prima di Maran sulla panchina biancazzurra è amara, l’epilogo lo sarà ancor di più: la mattina del 5 marzo 2006, all’indomani di un franco 3-0 interno al Pescara, l’allenatore viene esonerato dal presidente Corioni che chiama Zeman. Il resto è storia: 8 punti nelle 11 partite con il boemo e addio play-off, che con Maran sarebbero stati garantiti (e forse qualcosa in più). Il Catania di Marino e De Zerbi, invece, arriva 2° con 78 punti alle spalle dell’Atalanta, che vince il campionato a quota 81, e torna in Serie A. Il numero 10 bresciano contribuirà con 7 reti in 35 presenze e numerosi assist. De Zerbi apprezza da sempre Maran. Un occhio di riguardo per il suo Brescia ce l’ha sempre, anche se viaggia su altri pianeti calcistici.

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