Inzaghi: «Brescia, che onore»

di Vincenzo Corbetta
Filippo Inzaghi, 47 anni, posa sorridente con la sciarpa del Brescia nel negozio ufficiale di via Solferino, sede della presentazione: il nuovo allenatore biancazzurro la scorsa stagione era al Benevento SERVIZIO FOTOLIVE / Fabrizio CattinaInzaghi firma una maglia di Roberto Baggio a un tifoso: grande entusiasmo per l’arrivo di SuperPippo
Filippo Inzaghi, 47 anni, posa sorridente con la sciarpa del Brescia nel negozio ufficiale di via Solferino, sede della presentazione: il nuovo allenatore biancazzurro la scorsa stagione era al Benevento SERVIZIO FOTOLIVE / Fabrizio CattinaInzaghi firma una maglia di Roberto Baggio a un tifoso: grande entusiasmo per l’arrivo di SuperPippo
Filippo Inzaghi, 47 anni, posa sorridente con la sciarpa del Brescia nel negozio ufficiale di via Solferino, sede della presentazione: il nuovo allenatore biancazzurro la scorsa stagione era al Benevento SERVIZIO FOTOLIVE / Fabrizio CattinaInzaghi firma una maglia di Roberto Baggio a un tifoso: grande entusiasmo per l’arrivo di SuperPippo
Filippo Inzaghi, 47 anni, posa sorridente con la sciarpa del Brescia nel negozio ufficiale di via Solferino, sede della presentazione: il nuovo allenatore biancazzurro la scorsa stagione era al Benevento SERVIZIO FOTOLIVE / Fabrizio CattinaInzaghi firma una maglia di Roberto Baggio a un tifoso: grande entusiasmo per l’arrivo di SuperPippo

Solo chi è esigente con se stesso, ha il diritto di esserlo con gli altri. Pippo Inzaghi - un Mondiale, 2 Champions League e un altro bel mucchio di trofei da centravanti; 2 promozioni da tecnico - lo è sempre stato perché mosso da una passione divorante per il calcio, «che è dentro di me ed è sempre stata la mia forza», dice l’allenatore del Brescia. La profondità dell’amore per ciò che fa e per il suo mondo certifica la sincerità del pensiero e delle parole. Niente di precotto o che suoni anche solo lontanamente falso. Lo si percepisce, ad esempio, quando sostiene che, dopo l’anno alla guida del suo Milan, «scegliere di allenare il Venezia in Serie C per me è stato come andare in Champions League e lo stesso è guidare il Brescia in B». Inzaghi dice di essere mosso «dalla fame di calcio che mi porto dentro da sempre, altrimenti già quando ho smesso di giocare mi sarei goduto la vita - dice -. Ma io la vita me la godo solo in un modo: stando in questo ambiente, facendo l’allenatore, vedendo la crescita dei miei giocatori giorno dopo giorno e rendendo felice chi ha puntato su di me». A Cellino Inzaghi è piaciuto perché «mi ha trasmesso entusiasmo e voglia di allenare». E il nuovo tecnico del Brescia contraccambia: «Il presidente mi ha convinto perché mi ha fatto sentire subito importante fin dalla prima volta che ci siamo sentiti. Sarei potuto restare in A, ma quando do una parola, la mia, e soprattutto quando qualcuno mi fa sentire importante, non sono capace di tornare indietro. Sapete quanti mi hanno chiesto perché non sono rimasto in A?». A Brescia Inzaghi è legato da ricordi e persone: «Quando ero bambino, da Piacenza andavo a vedere la Serie A a San Siro o al Rigamonti. E la mia carriera è legata a molti bresciani. Il primo che mi viene in mente è Gigi Cagni: mi ha allenato a Piacenza all’inizio del mio percorso da giocatore, mi ha insegnato tanto. Lo sento spesso, mi può dare i consigli giusti e si impara soprattutto da chi come lui ne ha viste tante. E Tullio Tinti, il mio procuratore: l’ho conosciuto che avevo 15 anni, mi è sempre stato accanto, adesso ho una responsabilità in più visto che è un bresciano». Tra i bresciani di Pippo c’è pure Pirlo, fornitore assiduo di passaggi-gol in rossonero e che potrebbe avere una storia molto simile in panchina. Inzaghi, dopo il Milan, scelse di ripartire dalla Serie C, a Venezia. E il Maestro non potrebbe fare lo stesso dopo la Juventus? «Non mi piace dare consigli - premette Inzaghi -. Ma un allenatore deve essere ambizioso, mai presuntuoso. Per quanto mi riguarda ho sempre pensato che non fosse una questione di categoria ma di passione, di voglia» E di entusiasmo. Lo stesso da trasmettere alla squadra: «L’entusiasmo si vede, si percepisce. Il presidente ha detto che terrà tutti e restare qui a Brescia deve essere motivo di orgoglio. Chi non ha entusiasmo, non rimarrà - assicura il nuovo allenatore del Brescia -. Io mi sono sempre guadagnato tutto sul campo, ho sempre lavorato tantissimo. E chi non si allena come si deve, con me non gioca». Guardando la rosa attuale, qualche problemino da risolvere lo avrà visti i maldipancia della scorsa stagione anche di giocatori ben in vista: «Il mio Brescia giocherà con la difesa a 4 - e l’annuncio di Inzaghi è musica per le orecchie di Cellino -. Gli attaccanti saranno 3, non so dirvi se 2 punte e un trequartista o viceversa. I giovani sono bravi e la base è buona: lo testimonia il finale dello scorso campionato. Il Brescia mi piaceva, giocava un calcio propositivo, nei play-off pensavo fosse favorito, invece a Cittadella è incappato in una gara sfortunata». E in chiusura assicura che «quando sento la fiducia, la stima e il supporto, riesco a dare il meglio». Tutto vero. L’unica frase di dubbia sincerità è quando Inzaghi dice che «in vacanza staccherò». Uno con questa passione ce la farà con l’Europeo di mezzo e una nuova avventura da iniziare? •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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