Inzaghi-Corini, staffetta tra beniamini

Filippo Inzaghi, 48 anni: con il Brescia 54 punti in 31 partiteEugenio Corini, 51 anni, subentrato a Inzaghi: 12 punti in 7 giornate
Filippo Inzaghi, 48 anni: con il Brescia 54 punti in 31 partiteEugenio Corini, 51 anni, subentrato a Inzaghi: 12 punti in 7 giornate
Filippo Inzaghi, 48 anni: con il Brescia 54 punti in 31 partiteEugenio Corini, 51 anni, subentrato a Inzaghi: 12 punti in 7 giornate
Filippo Inzaghi, 48 anni: con il Brescia 54 punti in 31 partiteEugenio Corini, 51 anni, subentrato a Inzaghi: 12 punti in 7 giornate

Mai come quest’anno, sulla panchina del Brescia, si sono alternati due allenatori così amati dalla piazza. E dietro a tutto questo c’è l’indiscussa abilità del presidente Massimo Cellino nel prevenire eventuali malumori dei tifosi. Pippo Inzaghi, ad esempio, è arrivato in sostituzione di Pep Clotet, che non rinnovò dopo l’exploit nel girone di ritorno della passata stagione, quando con 34 punti in 17 partite condusse il Brescia dalla zona play-out a una qualificazione ai play-off che pareva impossibile. Ci voleva una figura dal carisma di Inzaghi, uno dal suo pedigree, da centravanti e da allenatore, dominatore dell’ultimo campionato di B disputato alla guida del Benevento (2019-20). E quando Inzaghi è stato messo in discussione la prima volta, in febbraio, Cellino ha pensato a Diego Lopez, per due volte sulla panchina biancazzurra e per due volte fallimentare: retrocesso in A nel 2019-20, mai in lotta per la promozione l’anno successivo. Il rifiuto dell’uruguayano per le proteste della tifoseria ha allungato il periodo inzaghiano, concluso a fine marzo dopo il deludentissimo pari contro il Pordenone a Lignano Sabbiadoro. E stavolta, anzichè un allenatore che non aveva lasciato grandi ricordi di sé, eccone uno invece che un segno lo ha lasciato eccome, in campo da giocatore e da tecnico, ma soprattutto nei cuori. Eugenio Corini, il gnaro di Bagnolo Mella, regista sopraffino che mai ha avuto l’onore della Nazionale maggiore e che, in panchina, ha riportato la A a Brescia dopo 8, interminabili anni. Non è preistoria, ma il primo maggio 2019. Così, il terzo ritorno del Genio ha fatto digerire il licenziamento di Inzaghi, che pure ha una clausola che lo tutela in caso di squadra nelle prime 8 posizioni, in zona play-off. Ma il presidente Cellino, stavolta, non ha voluto sentire regioni: via Superpippo, che ha vinto solo 5 delle ultime 15 partite della sua gestione (una sola sconfitta, ma pesantissima: a Cremona), e dentro Corini. E chi se lo aspettava, dopo il doppio addio burrascoso nell’anno disgraziato dell’ultima Serie A? Ma il tempo, si sa, cancella ogni attrito, soprattutto nel calcio. Il Genio aveva il compito di tentare la rimonta sulla zona promozione diretta in 7 giornate. Non c’è riuscito e adesso bisogna sperare che ripeta l’impresa del 2018-19, quando vinse il campionato in carrozza prendendo in mano la squadra da David Suazo dopo 3 giornate. Altri tempi, ma si spera identico, trionfale epilogo. •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Suggerimenti