Joronen, Bjarnason: Il vento del Nord soffia in favore del Brescia

di Alberto Armanini
Jesse Joronen: portiere della Finlandia, a Brescia dalla scorsa annataBirkir Bjarnason: centrocampista dell’Islanda, ha disputato il Mondiale del 2018 raggiungendo un traguardo storico con la sua nazionale
Jesse Joronen: portiere della Finlandia, a Brescia dalla scorsa annataBirkir Bjarnason: centrocampista dell’Islanda, ha disputato il Mondiale del 2018 raggiungendo un traguardo storico con la sua nazionale
Jesse Joronen: portiere della Finlandia, a Brescia dalla scorsa annataBirkir Bjarnason: centrocampista dell’Islanda, ha disputato il Mondiale del 2018 raggiungendo un traguardo storico con la sua nazionale
Jesse Joronen: portiere della Finlandia, a Brescia dalla scorsa annataBirkir Bjarnason: centrocampista dell’Islanda, ha disputato il Mondiale del 2018 raggiungendo un traguardo storico con la sua nazionale

Il vento del Nord soffia su Brescia. Non da oggi e nemmeno da ieri, chiaro. Però la pausa delle nazionali ha confermato una volta di più che l’anima nordica è un enorme valore aggiunto per questa squadra. Quante altre formazioni di B possono vantare un portiere che tiene a galla la propria nazionale nelle qualificazioni per i Mondiali contro Bosnia e Ucraina? O una mezz’ala (definizione stretta per un centrocampista totale come Bjarnason) per cui in passato si è quasi scatenata una crisi internazionale Pescara-Islanda? Perfino il tanto vituperato Fridjonsson ha avuto il suo quarto d’ora di celebrità nell’international break (contro l’Armenia), a conferma che in questo gruppo ci sono dei valori che vanno ben oltre il livello della Serie B. È tutta esperienza internazionale che, al netto dei minutaggi pesanti e dei viaggi di ritorno, fa bene a un gruppo come quello di Clotet che sta cercando di rimettersi in carreggiata dopo mesi di assestamento. Esperienza e mentalità. Buon per il Brescia che «JJ», Jesse Joronen, avesse con la Finlandia il calendario internazionale più snello di questa pausa primaverile. Prima la Bosnia di Pjanic e Dzeko (2-2), poi l’Ucraina di Sheva (1-1), quindi il rientro a Torbole per preparare la partita con il Pordenone senza dover giocare una terza sfida. Il portiere del Brescia, che si è fatto 180 minuti per l’assenza del titolare Hradecky, ha brillato in entrambe le gare uscendo tra gli applausi. È la definitiva conferma che nel contesto di un reparto rodato, come lo sono quello della Finlandia e quello del Brescia, il suo rendimento possa crescere di pari passo. Gli errori individuali di metà stagione, che forse erano frutto del contesto più che di demeriti personali, sono scomparsi. Dalle nazionali torna uno Joronen ancora più sicuro dei propri mezzi e quindi determinato a collezionare altri «clean sheet» dopo aver ridefinito il suo record della carriera fino alla Salernitana. Ben più ricco il programma di Bjarnason, che ha giocato 176 minuti con l’Islanda e stasera triplicherà affrontando il Liechtenstein. Benché la sua nazionale ne sia uscita con le ossa rotte, la terapia d’urto delle due sfide ha dimostrato che Birkir è ancora considerato un giocatore insostituibile. Il Brescia lo ha scoperto solo recentemente ma in Islanda lo sanno da tempo. Nel 2015, quando Bjarnason giocava per il Pescara, rifiutarono di dispensarlo dalla convocazione per la finale play-off di ritorno con il Bologna e ci fu la rivolta popolare dei pescaresi, la cui ironia «massacrò» di commenti dialettali i social islandesi. Una delle poche dimostrazioni (d’affetto!) di come un giocatore possa contemporaneamente essere ritenuto indispensabile per due squadre. Quel Bjarnason, con 6 anni d’età in più ma con la stessa verve di allora, ora è del Brescia. Il rientro alla vigilia del Pordenone potrebbe dirottarlo verso la panchina, ma poco cambia. Si spera di ritrovare anche un Fridjonsson rigenerato, con alcuni minuti in più nelle gambe e tanta voglia di mettersi al servizio della squadra. L’auspicio è vederlo in campo contro il Liechtenstein, magari per tutta la gara e con un gol. Discorso diverso per il ceco Mateju, che in nazionale sta andando più come apprendista. Però frequentare certi palcoscenici non può che far bene alla sua crescita. Il Brescia è la squadra di B con più nazionali. Potrebbe sembrare una seccatura, ma è una prova di valore.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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