«La Voluntas
grande palestra:
così sono partito»

Francesco Acerbi è cresciuto nella Voluntas [FOTOGRAFO]FOTOLIVE
Francesco Acerbi è cresciuto nella Voluntas [FOTOGRAFO]FOTOLIVE
Francesco Acerbi è cresciuto nella Voluntas [FOTOGRAFO]FOTOLIVE
Francesco Acerbi è cresciuto nella Voluntas [FOTOGRAFO]FOTOLIVE

In tanti lo conoscono ma sono in pochi a sapere che anche lui ha fatto parte della grande colonia di talenti lanciata da Roberto Clerici marchiata Voluntas. E per Francesco Acerbi, 29enne difensore di origini milanesi attualmente in forza al Sassuolo, è stata una grande palestra.

Come è stato l'approccio con Roberto Clerici?

«Quando sono venuto a giocare nella Voluntas non lo conoscevo di persona, ma col tempo e col lavoro quotidiano in campo ho avuto modo di apprezzarlo tantissimo sia come persona che come allenatore. Mi ha fatto crescere tantissimo: da ragazzino mi reputavo un “casinaro” e lui mi ha dato delle linee guida e delle regole da seguire. Lo considero un maestro di calcio e di vita e se sono arrivato a giocare ad alti livelli lo devo soprattutto ai suoi insegnamenti».

La parentesi alla Voluntas l'ha aiutata a maturare e crescere dal punto di vista tecnico; qual è il ricordo più bello che la lega ai colori biancoverdi?

«Non c'è un ricordo particolare ma questa importante esperienza della mia vita è stata costellata da diversi eventi cardine. Penso soprattutto ai numerosi tornei internazionali che Roberto Clerici ci portò a disputare in giro per il mondo: per un ragazzino sono sogni che si trasformano in realtà. E tante volte vincevamo: mi vengono in mente l'Austria e la storica Gothia Cup di Goteborg in Svezia».

Che effetto le fa vedere Roberto Clerici a 76 anni con tutta questa energia in corpo?

«La passione e l'amore per il calcio lo hanno sempre accompagnato nel corso degli anni. Roberto Clerici era un vulcano prima ed è tuttora molto attivo: questo fa molto piacere. Quando mi ha contattato direttamente per venire a Brescia non ho esitato un solo istante: a lui era impossibile dire di no quando mi faceva da allenatore, figuriamoci adesso».

La scuola di vita della Voluntas quando l'ha aiutata a crescere e superare i momenti più difficili?

«La mia è una storia particolare. Ai tempi della Voluntas ero ancora molto giovane: sono cresciuto molto negli anni successivi. E anche in relazione alla mia malattia. Qui alla Voluntas ho avuto modo di correggere diversi errori e imparare a comportarmi».

Che idea si è fatta del Brescia seguendo lo scorso campionato di serie B e quali saranno secondo lei le aspettative del pubblico bresciano in vista della prossima stagione?

«L'anno scorso si è visto un Brescia dai due volti perché dopo esser partito bene ha subito un importante calo tra gennaio e febbraio. Nel finale ha inanellato una serie importanti di risultati raggiungendo una meritata salvezza, ma credo che una società come il Brescia debba ambiare ad altri palcoscenici. Lo dice la storia e i giocatori che ne hanno fatto parte: Baggio, Guardiola, Toni, Pirlo. Non si vive guardando al passato ma credo che una piazza come questa possa ambire almeno ai play-off».

Suggerimenti