Lacrime per «Fedayn»
Tedoldi. Con lui i gol
avevano i baffi

di Sergio Zanca
Adriano Tedoldi esulta dopo un gol: dodici i suoi centri con il BresciaUna formazione del Brescia 1975-76: Tedoldi il terzo da destra in basso
Adriano Tedoldi esulta dopo un gol: dodici i suoi centri con il BresciaUna formazione del Brescia 1975-76: Tedoldi il terzo da destra in basso
Adriano Tedoldi esulta dopo un gol: dodici i suoi centri con il BresciaUna formazione del Brescia 1975-76: Tedoldi il terzo da destra in basso
Adriano Tedoldi esulta dopo un gol: dodici i suoi centri con il BresciaUna formazione del Brescia 1975-76: Tedoldi il terzo da destra in basso

Ieri se n’è andato Adriano Tedoldi, mentre stava pranzando con la moglie nella loro casa di Paitone. Un malore gli è stato fatale. Aveva 66 anni, compiuti il 27 maggio. Lascia due figli e due nipoti. Tra i primi ad accorrere, alcuni ex compagni, tra cui Egidio Salvi, Alessandro «Spillo» Altobelli e Gabriele Podavini. Originario di Nuvolento, era cresciuto nelle giovanili del Brescia. In prima squadra lo ha fatto debuttare Andrea Bassi, il fiorentino che ha lanciato parecchi ragazzi. Era il 26 settembre ’71, allo stadio Olimpico di Roma: 1-0 per la Lazio, gol di Giorgione Chinaglia. Il 10 ottobre, alla terza giornata, Tedoldi ha segnato la sua prima rete, a Modena (il raddoppio, di Salvi). Gli altri gol della stagione: a Reggio Calabria, col Livorno e col Sorrento, tutti nelle giornate iniziali. Così ha chiuso la stagione con 19 presenze e 4 centri. PRESTATO AL VERBANIA e al Bolzano, allora in serie C, è emerso alla grande nel ’74-75, proprio in Alto Adige, a fianco di Pietro Trainini, centrocampista, abile a lanciarlo in profondità. I 13 gol di quell’annata rimarranno il suo record che non riuscirà più a battere. Nel ’75-76 rieccolo a Brescia, con tante figure che hanno contribuito a lasciare un segno nella storia della società, ora tutte scomparse: l’allenatore Antonio Valentin Angelillo, il vice Mauro Bicicli vice, il presidente Oscar Comini, il general manager Renato Cavalleri, il segretario Franco Pompili, il medico Adolfo Ragnoli, il massaggiatore Dino Maggi. Tra i compagni, Altobelli, Beccalossi, Biasotti, Botti, Cagni, Casati, Catterina, Fanti, Jacolino, Nicolini (di Nave), Paris, Salvi, Bussalino e Podavini. «Spillo» (11 gol) e Tedoldi (8) non hanno fatto rimpiangere il bomber del campionato precedente, Bertuzzo, contribuendo a portare nei quartieri alti il Brescia, e a coltivare a lungo il sogno-promozione. Al termine: quinto posto, a una lunghezza di distacco dal Varese, ad appena due dalle capolista Genoa (condotta da Gigi Simoni), Catanzaro e Foggia. Resterà la sua più bella stagione in biancazzurro di Tedoldi, soprannominato Fedayn per i baffoni e la carnagione scura, che odiava l’aereo, e affrontava lunghi viaggi in treno. Nel ’76-77 ha collezionato 4 presenze, poi al mercato di ottobre è finito al Benevento, richiesto da Bassi. IL SUO GIRO d’Italia è proseguito a Mantova, Rimini, con Helenio Herrera collaboratore tecnico, Romano di Lombardia (serie D), Sant’Angelo (’81-82, a fianco di Trainini, con Natalino Fossati in panchina, e, come vice, il mitico ex portiere Lorenzo Buffon, Lecco e Chievo (Interregionale). Negli anni ’90 Tedoldi ha guidato alcune squadre della nostra provincia, tra cui il Rezzato di Seconda. In campo: l’ex compagno Podavini e l’attaccante Patrizio Altobelli, fratello di Spillo. Arrivo in volata, e Rezzato superato proprio sul filo di lana. Con Adriano se ne va l’espressione di un calcio ruspante e genuino. •

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