Quel pallone pesava tantissimo: 5, 10, anche 100 tonnellate. E sotto il settore con 970 tifosi bresciani col fiato sospeso, e non solo per rifiatare dopo aver incitato la squadra dal primo all'ultimo. Ma Moncini, quando in campo c'è lui, è il rigorista designato. Dagli 11 metri aveva già segnato contro il Bari al Rigamonti.
Un rigore con il brivido
Una trasformazione con il brivido, una conclusione debole e centrale passata sotto il corpo del portiere dei pugliesi. Stavolta il suo destro è più secco e angolato. Bardi, estremo difensore della Reggiana, intuisce ma non ci arriva: «Sì, quel pallone pesava 10 tonnellate - riconosce Moncini in sala stampa -. Ma era troppo importante riuscire a evitare la sconfitta. Il pareggio è il risultato più giusto. E con la classifica così corta, se la Reggiana avesse fatto 3 punti sarebbe stato un brutto passo falso». Moncini è il capocannoniere biancazzurro. I suoi gol sono 5, la Lega B gliene assegna 4 perché ritiene autorete il suo destro al volo con il Cittadella: «Anche per me sono 5», e Moncini è convintissimo.Con la gestione Maran 3 partite in trasferta e 3 pareggi per 1-1 e tutti in rimonta: «A Pisa non siamo partiti bene, ma siamo stati bravi a riprenderla e si poteva pure vincere - ricorda l'attaccante del Brescia -. A Bolzano contro il Sudtirol non abbiamo mollato nemmeno con l'uomo in meno. Idem qui con la Reggiana, ci abbiamo sempre creduto».
Il motivo di soddisfazione
Moncini sorride: «Le prestazioni sono sicuramente positive - premette -, ma è molto importante aver dato continuità ai risultati. Dobbiamo ripartire da questo, anche perché da qui alla fine dell'anno ci attendono 3 impegni molto difficili». Contro Como, Catanzaro e la capolista Parma.La scorsa estate Moncini è stato a un passo dalla Reggiana: «Non nego che essere al Brescia è un onore: una società così gloriosa. Con il Benevento c'erano problemi, avevo dato l'ok per venire a Reggio Emilia, era una destinazione gradita. Ma lo ripeto: sono orgoglioso e onorato di vestire la maglia del Brescia». In attacco la concorrenza è agguerrita: «Sì, siamo in parecchi - conferma -. Mi trovo molto bene con tutti. Ci sono giovani di prospettiva come Bianchi e Borrelli. Io sono il più vecchio e cerco di dare una mano, mi rivedo un po' in loro. Ferro? È entrato molto bene, gli ho urlato qualche volta per tenerlo sveglio». Con Maran è cambiato che «abbiamo capito l'importanza anche di un punto. Siamo andati in difficoltà, periodo di difficoltà. Dopo i primi 7 risultati utili, forse davamo tutto troppo per scontato».