Niente luce
senza Torregrossa:
ordinati ma a corto di soluzioni

di Alberto Armanini
Scintille tra Kevin Prince Boateng e Daniele Dessena AGENZIA FOTOLIVE
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Questo Brescia non può fare di più. Senza il suo leader tecnico, il suo unico regista offensivo, il solo in grado di orientare la manovra, aprire spazi ai compagni, gestire palloni bollenti, far respirare e, cosa non scontata, metterci pure la qualità, la squadra ha perso la luce. Inutile però piangersi addosso. Torregrossa è andato e sono rimaste due sole situazioni di gioco possibili: il cross dalle corsie laterali e il tiro da fuori. Stop. VA DETTO che se il Monza è questo, non certo brillante e premiato da una palla inattiva, la sua rincorsa alla Serie A sarà forse più impegnativa e problematica del previsto. Ma se questo è il punto di partenza del Brescia, allora Dionigi dovrà fare un lavoro massacrante per trovare soluzioni offensive efficaci. AL NETTO di una buona fase difensiva, il primo tempo è la perfetta sintesi del nulla offensivo di entrambe le squadre. In costruzione il Brescia ha solo lo scarico per i «quarti» Martella e Karacic. Il cross al centro è sistematico ma arriva a destinazione una volta su cinque. Un po’ meglio nella ripresa, ma senza vere occasioni costruite in quel modo. Per il resto solo strappi in contropiede su palloni che escono veloci grazie a Bisoli (bravo anche a provarci anche dalla distanza) e niente più. Donnarumma è scarsamente sollecitato, Spalek si vede solo se cerca il pallone verso l’esterno, mentre Ayé fa le uniche cose buone in protezione o scarico, lontanissimo dalla zona pericolosa del campo. Bene la fase di non possesso, con la linea difensiva che diventa a 5 ed è sempre ben protetta dagli interni di centrocampo. Certo, per tutto il primo tempo il Monza fa il possibile per aiutare il Brescia. In nome della sua presunta superiorità tecnica, la squadra di Brocchi aspetta la palla tra i piedi senza mai muoversi negli spazi. Mai un passaggio sulla corsa. In questo contesto Dany Mota Carvalho è l’unico sfogo offensivo con un po’ di brio, ma al netto di due duelli vinti con Papetti combina poco. A destra c’è invece un Boateng in antitesi con se stesso: poco dinamico e con un raggio d’azione circoscritto, è pure lento nel gestire il pallone. UNA GARA del genere non si può che sbloccare su palla inattiva. E infatti, dal solito calcio d’angolo (da destra), il Monza fa quel che deve e blinda i tre punti. Interessante la ricerca dell’errore. Quando Frattesi colpisce è Van de Looi il giocatore del Brescia più vicino ma non è lui a dover intervenire. Al contrario, il giocatore incaricato della marcatura è Spalek, che parte insieme con Frattesi ma rimane piantato in area e osserva l’avversario che va a segno. Joronen poi fa il resto. Strafalcioni. Una costante degli ultimi due anni che non dipende dall’organizzazione ma dalle qualità dei singoli. Quest’anno è successo spesso, l’anno scorso idem. Però la colpa era di Balotelli. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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