Pep Guardiola
«50 special» con
Brescia sempre nel cuore

di Gian Paolo Laffranchi
Guardiola, 50 anni oggi, col Brescia: 24 gare e 3 gol tra il 2001 e il 2003Guardiola, oggi tecnico del Manchester City, con Leo Messi dopo la Champions vinta dal Barcellona nel 2009
Guardiola, 50 anni oggi, col Brescia: 24 gare e 3 gol tra il 2001 e il 2003Guardiola, oggi tecnico del Manchester City, con Leo Messi dopo la Champions vinta dal Barcellona nel 2009
Guardiola, 50 anni oggi, col Brescia: 24 gare e 3 gol tra il 2001 e il 2003Guardiola, oggi tecnico del Manchester City, con Leo Messi dopo la Champions vinta dal Barcellona nel 2009
Guardiola, 50 anni oggi, col Brescia: 24 gare e 3 gol tra il 2001 e il 2003Guardiola, oggi tecnico del Manchester City, con Leo Messi dopo la Champions vinta dal Barcellona nel 2009

Compie cinquant’anni oggi, Pep Guardiola. L’allenatore migliore del mondo innamorato di Brescia, del Brescia. 26 SETTEMBRE 2001. Il simbolo del Barcellona diventa un giocatore biancazzurro. Firma il contratto della sua nuova vita, dalla Liga alla Serie A. Entra nel mondo biancazzurro in punta di piedi, all’hotel Touring di Coccaglio. Esattamente una settimana prima, il 19 settembre, Bresciaoggi titolava «Brescia, le mani su Guardiola». Il problema è «la compatibilità con Giunti». Carlo Mazzone, uomo di parola, ha dato la sua a un fedelissimo che per seguirlo ha lasciato il Milan; per questo, anche se è chiaro come il sole l’impatto che può avere l’asso catalano in una piazza già fiera di Roberto Baggio, a Coccaglio tira un vento freddo. Guardiola raggiunge nella hall Mazzone, che lo sta aspettando. E lo accoglie con poche secche parole. La sintesi: «Io non t’ho voluto, in mezzo eravamo a posto, per me sei uno come gli altri». Ma Pep, abituato a condurre il gioco, stavolta va in contropiede. «Buongiorno mister. Sono Josep Guardiola Sala. Ero il capitano del Barcellona. Ora sono contento di essere in Italia, a Brescia. Sono a disposizione e farò tutto quello che mi sarà chiesto. Spero di meritarmi la possibilità di giocare». A Mazzone brillano gli occhi. È conquistato dalla personalità di Guardiola. Dall’umiltà dei grandi. Comincia così una storia infinita di affetto e amicizia, stima e sentire comune. Un legame inscindibile. 25 MAGGIO 2009. Pep Guardiola sta per guidare il Barcellona nella finale di Champions League con il Manchester United, che si disputerà a Roma il 27. «Pronto mister, sono Pep». «Peppe chi?». «Pep Guardiola». «Ma vedi d'annartene...». Mazzone risponde così al suo ex allievo, che gli ha telefonato per invitarlo all’Olimpico. Qualche istante di imbarazzo prima di rendersi conto della gaffe. Non è uno scherzo. L'emozione è forte: «Aspetta n'attimo che m'assetto», esclama il tecnico romano. Commosso dal gesto del suo ex giocatore, che non l'ha dimenticato e, soprattutto, non ha dimenticato Brescia. Per la gara con lo United Guardiola (che a Brescia ha giocato 2 stagioni dal 2001 al 2003 con 24 presenze e 3 gol) vuole al suo fianco non solo il romano doc Mazzone, ma anche il presidente Gino Corioni e il team manager Edoardo Piovani. All'ombra del Cidneo Guardiola è caduto ed è risorto, dopo una breve parentesi romana in giallorosso, regalando bagliori di classe in mezzo al campo, parlando la stessa lingua di Roberto Baggio e togliendosi di dosso l'etichetta immeritata di una squalifica per doping. Una vicenda da cui è uscito immacolato al 100 per cento, con tanto di cancellazione della pena da parte della Federazione. Il Brescia, e Brescia, non avevano mai dubitato. Sempre al suo fianco. E Pep se lo ricorda bene. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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