calcio

Sta nascendo il Brescia in salsa anglo-catalana

di Vincenzo Corbetta
Clotet sta insegnando calcio d'attacco con l'intensità marchio di fabbrica della Premier La rosa va completata con giocatori d'esperienza che aiutino a far crescere i giovani
L’esultanza finale dei giocatori del Brescia dopo il buon debutto in campionato contro il Sudtirol: pur con qualche brivido, sono arrivati subito i 3 punti ONLY CREW Simone Venezia  e Giuseppe Zanardelli
L’esultanza finale dei giocatori del Brescia dopo il buon debutto in campionato contro il Sudtirol: pur con qualche brivido, sono arrivati subito i 3 punti ONLY CREW Simone Venezia e Giuseppe Zanardelli
L’esultanza finale dei giocatori del Brescia dopo il buon debutto in campionato contro il Sudtirol: pur con qualche brivido, sono arrivati subito i 3 punti ONLY CREW Simone Venezia  e Giuseppe Zanardelli
L’esultanza finale dei giocatori del Brescia dopo il buon debutto in campionato contro il Sudtirol: pur con qualche brivido, sono arrivati subito i 3 punti ONLY CREW Simone Venezia e Giuseppe Zanardelli

Il Brescia che sta nascendo dall’esperienza-bis di Pep Clotet è in salsa anglo-catalana. E in giro si inizia a vedere con curiosità cosa può fare questa squadra, che gli esperti di mercato giudicano in ritardo nella costruzione della rosa e non tra le favoritissime, come accadeva l’anno scorso. Le vittorie di Pisa in Coppa Italia e contro il Sudtirol in campionato confermano che il Brescia sta assorbendo le idee del suo allenatore, che a sua volta le ha rielaborate nel tempo fondendo le sue origini catalane e la lunga esperienza in Inghilterra. Clotet è nato a Barcellona il 28 aprile 1977. E da quelle parti chi respira calcio non può che nutrirsi di gioco con il pallone a terra, di mentalità d’attacco, di pressing alto e conseguente recupero della sfera nella metà campo altrui, di difesa che deve scalare in avanti. L’esperienza in Inghilterra, tra vice e tecnico responsabile, è iniziata nel 2014 allo Swansea e si è conclusa nel 2020 al Birmingham City, passando per Leeds e Oxford. Il marchio di fabbrica del calcio inglese è l’intensità, la velocità pazzesca del gioco, l’atletismo unito alla qualità.

La Premier è il campionato più ricco del mondo e anche il più bello. Uno scettro che negli anni ’80 e ’90 era della Serie A. Erano i tempi di Maradona e Platini, Boniek e Rumenigge. Anche le provinciali si permettevano i campioni.: Zico all’Udinese, Branco al Brescia. I migliori, adesso, sono in Premier. In panchina (il «nostro» Guardiola, Klopp, i duellanti Tuchel e Conte) e in campo (De Bruyne, Salah, Haaland, Cristiano Ronaldo anche se ancora non si sa per quanto visto la querelle con Ten Hag, il suo allenatoreolandese al Manchester United). Che il catalano Clotet si sia lasciato affascinare anche dall’idea britannica di calcio lo si è visto nell’approccio alla vigilia della Coppa Italia. Per chi ha giocato la Fa Cup, che in Inghilterra ha ancora più fascino della Premier, impossibile snobbarla. E Pisa si è visto: anche così si spiega il 4-1 all’Arena Garibaldi. E contro il Sudtirol, al debutto in campionato, si è avuta la conferma.

Al Rigamonti il Brescia ha preso in mano la partita dai primi minuti. Trovando gli spazi chiusi dal 4-3-3 altoatesini, che in fase di non possesso diventava un 4-5-1, ha ragionato, usando la testa. Non ha forzato i tempi di gioco. Soprattutto ha accettato i rischi che uno schieramento così a trazione anteriore comporta, ovvero l’esporsi al contropiede altrui. Il Brescia ha sofferto soprattutto nel primo quarto d’ora della ripresa, un periodo culminato con il rigore dell’1-1 che Lezzerini ha parato a Mazzocchi.

A mettere in difficoltà i biancazzurri anche le condizioni di Moreo e Ndoj, abbottati al ginocchio e alla caviglia già nel primo tempo, e che per lunghi tratti hanno stretto i denti pur di essere utili alla causa. Anche Pippo Inzaghi un anno fa era partito offensivista ma tornò difensivista al primo rovescio (il 2-4 interno con il Como). E la promozione in Serie A sfumò. Ora si tratta di completare la rosa. Servono un terzino ed elementi di esperienza, visto che l’unico trentenne a disposizione di Clotet è Adorni. Un gioco futuribile per una squadra sostenibile economicamente. Il Brescia in salsa anglo-catalana, appunto. •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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