Torna la «V» nel segno della tradizione

Il desiderio dei tifosi è stato esaudito. Le maglie che il Brescia Calcio sfoggerà durante la stagione 2022/2023 avranno una «V» più allungata per quanto riguarda la prima e la terza divisa, mentre non comparirà su quelle che saranno indossate dai portieri. La soddisfazione dei sostenitori di fede biancazzurra è stata espressa a più riprese sui social ufficiali del Brescia e con diverse telefonate arrivate in redazione. Un’ulteriore ventata di entusiasmo, e di colore, per cercare di ripartire di slancio verso questa nuova appassionante avventura in Serie B. La nuova stagione sembra così partire sotto i migliori auspici anche per quanto riguarda le nuove divise, modello «kombat», firmate Kappa Sport. La soddisfazione maggiore deriva dalla «V» bianca finalmente visibile sulla maglia di casa, di colore azzurro, oltre che sulla terza, contraddistinta dalla colorazione rossa. Pur cambiando leggermente il disegno della seconda maglia, la «V» azzurra resta appena pronunciata. Ricalcando il modello già utilizzato durante la scorsa stagione. Nessuna «V» compare invece sulle divise che dovranno indossare i portieri, colorate interamente di verde e di arancione. I modelli d’eccezione utilizzati per promuovere le nuove divise sono stati Stefano Moreo, capitan Dimitri Bisoli, Andrea Cistana, oltre ai due portieri Lorenzo Andrenacci e Luca Lezzerini. Le nuove divise sono state promosse anche dai grandi biancazzurri del passato. «Appena l’ho vista, ho esclamato: bellissima - dice Alessandro Altobelli, 65 anni, 108 partite e 33 reti in biancazzurro dal ’74 al ’77 e nell’89-90 -. Finalmente rispetta storia e tradizione. Lo è dal punto di vista commerciale, perché al giorno d’oggi una maglia deve essere anche vendibile. Alla fine, però, anche le più brutte diventano belle se sono della tua squadra del cuore». Stefano Bonometti ha indossato più di tutti la maglia del Brescia: «Una volta noi avevamo la V sia sul tronco che sul petto insieme alla leonessa - ricorda l’ex centrocampista, 60 anni, con 421 partite primatista di presenze con le rondinelle -. Per un gnaro nato qui e cresciuto nel Brescia, indossarla era un sogno, un onore. Quando iniziai c’era la maglia di lana azzurra con una «V» gigantesca e io ero orgogliosissimo di essere un giocatore del Brescia. Oggi è cambiato tutto, non ci sono più le bandiere. Ma bresciani come Cistana e Mangraviti provino le stesse sensazioni che provavo io». Alessandro Quaggiotto in biancazzurro ha vinto la B ’91-92, il primo della presidenza di Gino Corioni. In panchina c’era Mircea Lucescu: «La maglia del Brescia ti resta cucita addosso per sempre come una seconda pelle - assicura l’ex centrocampista -. E deve avere assolutamente la «V» grande. Questa è la maglia che ti resta dentro per tutta la vita. E senza la V non può essere la casacca del Brescia: deve essere bella grande». •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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