L’anniversario

Vent’anni fa il 200° gol in Serie A: la classe senza tempo di Baggio

di Vincenzo Corbetta
Era il 14 marzo 2004 quando allo stadio Tardini di Parma segnò con la maglia del Brescia.
Unico Roberto Baggio con la bandiera celebrativa dei 200 gol: è il 14 marzo 2004
Unico Roberto Baggio con la bandiera celebrativa dei 200 gol: è il 14 marzo 2004
Unico Roberto Baggio con la bandiera celebrativa dei 200 gol: è il 14 marzo 2004
Unico Roberto Baggio con la bandiera celebrativa dei 200 gol: è il 14 marzo 2004

Non si può avere costantemente la nostalgia del passato. Ma chi vive e respira biancazzurro come fa a dimenticare? Vent’anni fa, il 14 marzo 2004, Roberto Baggio segnava il gol numero 200 in Serie A e lo faceva con la maglia del Brescia, allo stadio Tardini di Parma. Siglò il 2-2, risultato con cui finì quella partita. Un gol dei suoi, cioè non banale: finta, dribbling secco al limite dell’area che mise fuori giri 2 avversari in un colpo solo - Ferrari e Pazienza -, diagonale di sinistro imparabile per Frey, portiere francese dei gialloblù. Il destino Nostalgia canaglia, ma la classe di Baggio è senza tempo. Anche, soprattutto per la memoria.

E quel 14 marzo 2004 Parma restituì a Baggio quel che gli aveva tolto il 5 febbraio 2002, quel maledetto infortunio al ginocchio (rottura del crociato sinistro) nel recupero della semifinale di Coppa Italia. La partita era stata rinviata il 23 gennaio 2002 per la morte di Vittorio Mero, l’indimenticabile Sceriffo, vittima di un incidente stradale sulla A4 al ritorno da un allenamento a Erbusco. Baggio, appresa la tragica notizia in campo poco prima del fischio d’inizio, scosse la testa e gettò la fascia di capitano per terra. La squadra lasciò il campo. Poi il recupero, l’infortunio, la guarigione a tempo di record per convincere l’allora ct Giovanni Trapattoni a portarlo ai Mondiali 2002 di Corea e Giappone ma il Trap scelse Doni, preferì un Cristiano a un buddista. Con che risultati si è visto. A proposito di buddismo, dopo quel gol al Tardini Baggio festeggiò esibendo la bandiera della associazione di cui faceva parte, la Soka Gakkai, una scuola laica buddista che si ponevacome obiettivo il raggiungimento della pace nel mondo.

Le squadre in campo

Nel Parma erano bresciani l’allenatore, l’orceano Cesare Prandelli, e un difensore, il franciacortino di Ome Daniele Bonera. Baggio fissò il 2-2 dopo il vantaggio emiliano di Carbone, che a fine partita nell’abbracciare Baggio lo implorò («Ti prego, non smettere»); l’1-1 biancazzurro di Di Biagio; il 2-1 del Parma firmato da Marchionni. Il tecnico biancazzurro Gianni De Biasi schierò Castellazzi (5’ st Agliardi), Martinez, Di Biagio, Mareco, Castellini, Colucci, Brighi (38’ st Schopp), Matuzalmen, Mauri, Caracciolo, Baggio (48’ st Del Nero). A fine gara mamma Matilde fece sapere: «Il miglior regalo possibile per il mio onomastico». Un coro unico tra i compagni di squadra: «È il nostro idolo». E Prandelli, nonostante la vittoria sfumata per il suo Parma, si disse «orgoglioso di aver subìto il 200° gol di un simile campione». Baggio si ritirerà 2 mesi dopo arrivando a 205 reti. Sono passati 20 anni, ma la classe di Baggio resta senza tempo.

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