CALCIO

Brescia, rebus panchina: in pole position c'è Maran

di Vincenzo Corbetta
Per il trentino sarebbe un ritorno dopo l’esonero inspiegabile del 2005-2006
Rolando Maran, in pole per la panchina del Brescia
Rolando Maran, in pole per la panchina del Brescia
Rolando Maran, in pole per la panchina del Brescia
Rolando Maran, in pole per la panchina del Brescia

Luca Belingheri non si è giocato al meglio la sua chance. Se prima, con Daniele Gastaldello, il Brescia perdeva (almeno nelle precedenti 4 partite) ma almeno combatteva, contro la Cremonese l’allenatore temporaneamente promosso dalla Primavera non è riuscito a trasmettere ai giocatori la carica necessaria per affrontare un’avversaria decisamente superiore. Adesso Massimo Cellino deve decidere a chi affiderà la panchina.

Una corsa a due

È una corsa a due: da una parte Roberto Venturato, dall’altra - in pole position secondo le notizie arrivate in tarda serata - Rolando Maran. Due tecnici di esperienza e uno, Maran, è una vecchia conoscenza del popolo biancazzurro. Il tempo stringe: la ripresa della preparazione per la trasferta di sabato 25 a Pisa (la Serie B nel prossimo fine settimana si ferma per le Nazionali) è fissata per mercoledì a Torbole Casaglia. Ieri, pochi minuti prima dell’inizio della partita al Rigamonti, veniva dato per fatto l’ingaggio di Venturato, 60 anni, nato in Australia ma cremonese d’adozione.

Ma in serata è tornata prepotentemente alla ribalta la candidatura di Maran, che da tempo si è stabilito a Padenghe, lui nato a Trento nel 1963, e che dunque non vive lontano da Cellino. In comune Venturato e Maran hanno la predilezione per la difesa a 4: un manta per entrambi e questo sicuramente gioca a loro favore, visto che con la Cremonese Belingheri è tornato con i 2 esterni e i 2 centrali dopo la scelta dell’ultimo Gastaldello di passare a 3.

Una vecchia conoscenza

Venturato - una vita al Cittadella e la scorsa stagione esonerato dalla Spal - anche ieri ha ribadito la sua disponibilità alla società. Ma Cellino vuole pensarci bene. E Maran conosce già l’ambiente.

A Brescia è stato il vice di Silvio Baldini nel ’98-99 e di Nedo Sonetti nella stagione successiva, culminata con la promozione in A. Nell’estate del 2005, dopo la retrocessione, il presidente Corioni gli affidò la panchina. Maran, arrivato in un clima di contestazione aperta nei confronti della società - ed erano altri tempi, molto più ricchi di soddisfazioni! -, seppe plasmare la squadra e la portò stabilmente in zona play-off.

Ma il 5 marzo 2006, all’indomani del 3-0 interno al Pescara, il presidente Corioni decise di esonerarlo nonostante i 52 punti in 31 turni, il 5° posto in classifica e i soli 5 punti dalla A diretta. Al Rigamonti il Brescia vinceva spesso (con Maran 6 volte di fila), le punte Bruno e Possanzini erano in doppia cifra già in quella gara col Pescara. Corioni scelse Zeman e fu un disastro: 8 punti nelle ultime 11 gare e play-off sfumati. Per Maran, lo scorso anno al Pisa nelle prime 6 giornate, sarebbe la chiusura di un cerchio. 

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