pallanuoto

Cinque anni senza Piero Borelli, per sempre nel cuore di Brescia

di Fabrizio Vertua
Il 6 aprile del 2019 se ne andava dopo una lunga malattia lo storico dirigente della Leonessa e dell’An: una vita a bordo vasca

Cinque anni senza Piero Borelli. Era il 2019, e dopo una lunga battaglia contro una malattia incurabile si spegneva il padre nobile della pallanuoto bresciana. Nato a Civitavecchia, a bordo vasca ha trascorso più di mezzo secolo. Dopo l’esperienza con la squadra della sua città, aveva portato la pallanuoto in una terra senza mare e senza tradizione. Tanti i campioni che l’hanno seguito all’ombra del Cidneo, affiancati nel tempo a giovani bresciani come Franco e Marco Bonometti, anime dell’attuale An che proprio grazie alla capacità di coinvolgimento dell’istrionico Borelli si sono fatti promotori, con il presidente Andrea Malchiodi, della società che dal 2010 ha rilevato i titoli sportivi dell’allora Leonessa.

Tre Coppe Len con la Systema e lo Scudetto del 2003, con Zoran Mustur in panchina e Maurizio Soloni presidente. Poi, con l’An, la Coppa Italia del 2011 battendo il Recco a Napoli e l’Euro Cup nel 2016. Ma ci piace immaginare che abbia assistito dal cielo anche alla vittoria del secondo scudetto bresciano, nel 2021, quello conquistato dal suo fraterno amico Alessandro Bovo, dal suo figlioccio Christian Presciutti e dal portiere Marco Del Lungo, di Civitavecchia come lui e da lui scoperto e portato a Brescia, ora titolare del Settebello.

Coraggio e passione

Ma a Borelli va riconosciuta anche la caparbietà con la quale ha sempre trasmesso la passione per i suoi sogni anche a campioni come Vicevic, Barac, Hinic, Mangiante, Fiorentini e Foresti; a giocatori come Binchi, Mammarella, un allora giovanissimo Di Fulvio e un altrettanto giovane Loncar, poi oro olimpico insieme a Muslim nel 2012 con la Croazia; così come oro olimpico è stato il serbo Randelovic; senza dimenticare i vari Janovic, Gallo, Rizzo e Nicholas Presciutti. Li sapeva scoprire e coccolare, facendoli sempre sentire importanti. Caso e calendario vogliono che sia proprio di sabato a cadere il quinto anniversario della sua morte, con l’An e il Waterpolo in vasca oggi a Mompiano.

Sua anche l’intuizione di gemellare le due società cittadine, sviluppando un vivaio che sta dando ora i primi frutti. A ricordarlo, nella piscina di Mompiano, una sala stampa e per le riunioni tecniche a lui intitolata, insieme a due gigantografie sui due lati della tribuna. Una piscina che, nonostante la proposta lanciata proprio dalle pagine del nostro quotidiano, non gli è ancora stata intitolata. «Dieci anni per l’iter burocratico», era stato spiegato dal sindaco di alloro Emilio Del Bono. Ma a Genova nel 2022 la piscina del Quinto è stata intitolata all’ex allenatore Marco Paganuzzi, prematuramente scomparso nel 2018. Considerato che il suo ricordo è sempre vivo, forse è arrivato il momento di prendere in seria considerazione la possibilità di dare alla Mompiano il suo nome.

Suggerimenti