Colbrelli è senza confini: campionissimo d’Europa

di Angiolino Massolini
Sonny Colbrelli esulta sul traguardo di Trento: è campione d’EuropaSonny Colbrelli  sul podio di Trento con i figli Vittoria e Tomaso: una gioia da condividere con i propri cariColbrelli esulta con il ct azzurro Davide Cassani FOTO BETTINI
Sonny Colbrelli esulta sul traguardo di Trento: è campione d’EuropaSonny Colbrelli sul podio di Trento con i figli Vittoria e Tomaso: una gioia da condividere con i propri cariColbrelli esulta con il ct azzurro Davide Cassani FOTO BETTINI
Sonny Colbrelli esulta sul traguardo di Trento: è campione d’EuropaSonny Colbrelli  sul podio di Trento con i figli Vittoria e Tomaso: una gioia da condividere con i propri cariColbrelli esulta con il ct azzurro Davide Cassani FOTO BETTINI
Sonny Colbrelli esulta sul traguardo di Trento: è campione d’EuropaSonny Colbrelli sul podio di Trento con i figli Vittoria e Tomaso: una gioia da condividere con i propri cariColbrelli esulta con il ct azzurro Davide Cassani FOTO BETTINI

Vincere una corsa ciclistica che assegna il titolo europeo è difficile. Ottenerla a pochi chilometri da casa e da favorito lo è ancora di più. Trionfare davanti al fuoriclasse belga Remco Evenepoel è roba da infarto. Ecco, Sonny Colbrelli ha fatto tutto questo. Un bresciano alla ribalta internazionale in un’estate favolosa per lo sport italiano e per Brescia. A Trento Colbrelli ha centrato la doppietta stagionale, vincendo a Trento il titolo continentale dopo essersi laureato campione italiano a Imola il 20 giugno. Dal giorno in cui si è fasciato con il tricolore, il Cobra è cresciuto a vista d’occhio e ora è certamente uno dei big del ciclismo mondiale. E non è una esagerazione. Ieri è stato l’unico a rispondere per le rime al talento belga, destinato a riscrivere la storia del ciclismo mondiale. Il nostro corridore, dopo questo exploit, può giustamente ambire a entrare nel ristretto club dei campioni, perché non si vince un titolo europeo come ha fatto lui se non si hanno le stimmate del predestinato. Lui lo è a pieno titolo: ieri, oltre alle qualità tecniche, ha messo sul piatto della bilancia cuore, sofferenza, grinta, coraggio e soprattutto intelligenza. Non si è spaccato le gambe quando la corsa è esplosa. Ha preferito attendere qualche decina di metri prima di raggiungere e superare il russo-francese Pavel Sivakov, proteso all’inseguimento del convoglio di testa. Il resto l’ha fatto quando contava. Ma quella che più di ogni altra cosa rimarrà nella mente e nel cuore dei suoi tifosi è il modo con il quale ha matato nel finale Evenepoel: entrato per primo nella curva che immetteva sul breve rettilineo d’arrivo, Colbrelli ha praticamente stoppato il grande avversario, il quale subito dopo l’arrivo si è seduto, appoggiato alle transenne, per capire cosa era successo. E dopo aver meditato a lungo, si è rialzato con gli occhi spenti, incredulo di fronte al guizzo felino del valsabbino, in forza alla Bahrain Victorious. La corsa, nonostante i soli 180 chilometri, si è rivelata dura come previsto: si è infatti verificata una vera e propria selezione che ha consentito soltanto a 31 dei 149 partenti di tagliare il traguardo in Piazza Duomo a Trento gremito dai tifosi, tra i quali oltre un centinaio saliti dalla Valsabbia per spingere il Cobra. Una festa nella festa: e questo è solo il primo atto perché sicuramente il suo fan club provvederà a organizzarne una in terra bresciana, anche se al Mondiale non manca molto e bisogna restare concentrati. La corsa che ha assegnato il titolo europeo si è svolta subito a velocità sostenuta e portato alla ribalta a turno le Nazionali più attese. Per l’Italia buono l’approccio di Ganna, Bagioli, Ulissi e Moscon. I capitani Trentin e Colbrelli hanno invece pedalato a lungo nella pancia del gruppo. Ma quando la carovana è giunta sul circuito da affrontare 8 volte, con la salita di Povo, sono entrati in scena i grandi. Il tratto in linea con 3 ascese da superare non ha di fatto prodotto sconquassi. Lo ha prodotto invece l’attacco di Trentin sul quale si sono portati in ordine sparso Cosnefroy, Pogacar, Hirschi, Hoelgaard, Hermans, Campenaerts, Evenepoel e per ultimi Sivakov e Colbrelli. A 60 chilometri dal traguardo praticamente tutto deciso, perché alle spalle dei battistrada il gruppo è andato in frantumi. Quando sulla penultima salita di Povo Evenepoel si è prodotto in uno dei suoi poderosi allunghi soltanto Colbrelli e Cosnefroy sono riusciti a rimanergli a ruota. Il belga, anche nell’ultima tornata, ha cercato di staccare gli avversari ma è riuscito solo a distanziare Cosnefroay, mentre Colbrelli non gli ha concesso nemmeno un millimetro. E nel finale gli ha dato anche qualche cambio, quasi per avvertirlo che aveva ancora le forze necessarie per batterlo. Ed è quello che si è verificato con il nostro campione a braccia alzate davanti all’indiscusso talento del ciclismo mondiale, almeno per le corse di un giorno. E tra due settimane, come detto, entrambi potrebbero essere protagonisti al meeting iridato a Lovanio, nelle Fiandre, la terra di Evenepoel. Dietro i primi 2 della classe hanno completato la top five Cosnefroy, l’azzurro Trentin e Pogacar. Gli altri azzurri: 15° Diego Ulissi, 30° Gianni Moscon. •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Suggerimenti