INTERVISTA

Daniele Gastaldello: «So che è un'impresa difficile ma non sono un vigliacco»

di Vincenzo Spinoso
Daniele Gastaldello, 39 anni: nelle 3 precedenti panchine con il Brescia 2 pareggi e una sconfitta
Daniele Gastaldello, 39 anni: nelle 3 precedenti panchine con il Brescia 2 pareggi e una sconfitta
Daniele Gastaldello, 39 anni: nelle 3 precedenti panchine con il Brescia 2 pareggi e una sconfitta
Daniele Gastaldello, 39 anni: nelle 3 precedenti panchine con il Brescia 2 pareggi e una sconfitta

Daniele Gastaldello, alla prima esperienza da capo-allenatore, ha sulle spalle il peso di dover salvare il Brescia. Lo abbiamo intervistato.

Gastaldello, lei qui è tutto fuorché un nuovo. Oltre a presente e futuro, sente delle responsabilità sulla situazione attuale?

Con Clotet, che prima di tutto ringrazio per gli insegnamenti e il rapporto che si è creato, ero parte di uno staff in cui l’ultima parola spettava a lui. Essere il primo allenatore è una grande opportunità, che ho colto soprattutto per riconoscenza al Brescia, alla società e ai tifosi, e per aiutare questi ragazzi a superare il brutto momento. Magari non ho l’esperienza di un grande allenatore, ma ho dentro un fuoco che voglio trasmettere ai giocatori: per salvarsi non basta giocare bene, serve anche convinzione nel proprio lavoro.

Non teme che calciatori e tifosi la associno alla striscia negativa di risultati?

Il brutto clima lo viviamo tutti, ma nel calcio ci sono dimostrazioni di come tutto possa cambiare rapidamente: l’esempio è il Brescia di 2 anni fa. Il fatto di conoscere i ragazzi mi aiuta, so cosa hanno sempre dato e cosa daranno.

Questo ruolo per lei arriva nel momento giusto?

Sarebbe stato più facile rimanere a casa. È ovvio che, come prima esperienza, non sia assolutamente facile, ma il senso di appartenenza e di responsabilità mi ha spinto a tornare. Sarei stato un vigliacco ad abbandonare il Brescia in questa situazione.

Il primo concetto che ha cercato di trasmettere al gruppo?

Voglio vedere una squadra a testa alta, nel bene e nel male. Questi calciatori hanno qualità, ma siamo frenati dalla paura e non ci riesce niente. Per uscire da questa situazione ci vuole coraggio.

Il 4-3-2-1, scelto per il debutto contro il Bari, è l’unico modulo che si adatta alla rosa?

Dipende dalla partita. Le caratteristiche dei giocatori sono quelle, a me piace metterli nel ruolo giusto in base a quello che sanno fare.

Il Brescia interverrà sul mercato degli svincolati? Ne vede la necessità?

Questa è una domanda da rivolgere alla società.

Che tipo di confronto c’è stato con Cellino? Perché pensa che abbia scelto proprio lei?

Il presidente è stato molto presente questa settimana, non mi ha detto niente di particolare ma, se mi ha chiamato, evidentemente si fida di me. Mi ha chiesto di provare a fare il massimo possibile per vincere e salvarci.

Può spiegare la scelta di Mario Bortolazzi come vice?

Quando ho saputo che era libero, sono andato in pressing. Lo conosco bene e so che cosa può dare sul piano tattico, ma prima di tutto l’ho scelto per il suo carattere. Il Brescia, dopo un inizio meraviglioso, cominciò a scricchiolare dopo quel clamoroso 2-6 a Bari. Non pensiamo all’andata, dobbiamo vincere per l’umore e la classifica.

Come sta la squadra?

Cistana si è allenato tutta settimana, è recuperato. L’unico assente è Galazzi, rientrerà nei prossimi giorni.

Chi gioca tra i pali?

Con Lezzerini e Andrenacci ho 2 portieri affidabili, li vedo tranquilli e concentrati. All’ultimo deciderò. •

Suggerimenti