Elena Fanchini
in ospedale.
E ripensa al ritiro

di Angiolino Massolini
Elena Fanchini, 33 anni, ieri mattina alla clinica Città di Brescia con mamma Giusy FOTOLIVE / Felice Calabrò
Elena Fanchini, 33 anni, ieri mattina alla clinica Città di Brescia con mamma Giusy FOTOLIVE / Felice Calabrò
Elena Fanchini, 33 anni, ieri mattina alla clinica Città di Brescia con mamma Giusy FOTOLIVE / Felice Calabrò
Elena Fanchini, 33 anni, ieri mattina alla clinica Città di Brescia con mamma Giusy FOTOLIVE / Felice Calabrò

Da ieri mattina Elena Fanchini è ricoverata alla Clinica Città di Brescia. L’azzurra di Montecampione è stata sottoposta a esami clinici e strumentali. La diagnosi è peggiore di quella ventilata dopo la caduta a Copper Mountain: frattura del piatto tibiale sinistro e del perone, lesione al collaterale sinistro, frattura del pollice sinistro. La risonanza magnetica ha fatto chiarezza sulle sue condizioni e, domani, Elena entrerà nuovamente in sala operatoria per farsi ridurre le varie fratture. A eseguire l’intervento sarà l’ortopedico di fiducia Giacomo Stefani, da qualche anno punto di riferimento delle sorelle Fanchini. Elly occupa la camera 402 al 4° piano e sicuramente non la lascerà prima di alcuni giorni. Un riposo forzato atteso, perché appena dopo la caduta la finanziera di Montecampione aveva capito di aver subìto un vera e propria batosta, a poche settimane dalla guarigione del tumore all’intestino. Ha vinto il cancro, l’ostacolo più insidioso di tutti, ma ora è di nuovo costretta ad arrampicarsi sui vetri per ritrovare il sorriso. Distesa sul letto, amorevolmente assistita da mamma Giusy e dalla sorella Sabrina che le massaggia con cura l’arto infortunato, saluta e sorride. Chissà dove trova la forza per farlo. È incredibile. Deve avere qualcosa dentro di inimmaginabile e unico per riuscire a mascherare il dolore, la rabbia, lo sconforto che le fanno storcere lo stomaco. Elena allarga le braccia, ma anche stavolta si sente pronta a rimboccarsi le maniche per guarire. Lo dice con gli occhi, non con le parole. Quegli occhi che nel febbraio del 2005 hanno conquistato il popolo dello sci grazie all’argento vinto al mondiale di Santa Caterina Valfurva. E ancora nello stesso anno quando ha steso le avversarie a Lake Louise, in Coppa del Mondo. Tante altre volte ha stupito tutti: sia con le imprese sugli sci che quando è stata chiamata a rialzarsi. Mille volte è caduta rialzandosi sempre. Sarà così anche questa volta. Le gare? È combattuta. Preferisce non pronunciarsi, anche se prevale la voglia di riprovare, perché sciare è la cosa che le riesce meglio. «Ora devo pensare a guarire perfettamente. Preferisco tenere per me e i miei familiari emozioni e sensazioni. Devo pianificare il futuro imminente. Per il resto ci sarà tempo per decidere».

PER TORNARE sugli sci dopo un problema del genere servono sei mesi, come dire che fino ad aprile sarà impegnata nella riabilitazione. Elly però ci ha sempre sorpreso e potrebbe accelerare la guarigione tra riposo e fisioterapia. Per ora il dottor Stefani le ridurrà la frattura al piatto tibiale e alla tibia, mentre per il collaterale si deciderà poi. Si saprà qualcosa di più domani, quando si esprimerà sul suo futuro. Per ora va rispettato il suo silenzio. Anche se il capolinea della carriera è dietro l’angolo. In generale un atleta a 33 anni dopo un infortunio simile non pensa a continuare. Ma lei è speciale, molto speciale, e potrebbe regalare l’ennesima gioia. In bocca al lupo, cara Elly.

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