LA RICORRENZA

Nadia Fanchini: «Elli ha lasciato un vuoto incolmabile. Dedicarle una pista? Sarebbe bello»

di Angiolino Massolini
L'8 febbraio di un anno fa a soli 37 anni moriva la sciatrice camuna Elena Fanchini. Il ricordo della sorella e compagna di squadra: «Nella malattia era lei a darci coraggio»
Campionesse di sci: Nadia  Fanchini, 37 anni, con la sorella Elena, scomparsa prematuramente l'8 febbraio 2023
Campionesse di sci: Nadia Fanchini, 37 anni, con la sorella Elena, scomparsa prematuramente l'8 febbraio 2023
Campionesse di sci: Nadia  Fanchini, 37 anni, con la sorella Elena, scomparsa prematuramente l'8 febbraio 2023
Campionesse di sci: Nadia Fanchini, 37 anni, con la sorella Elena, scomparsa prematuramente l'8 febbraio 2023

L’8 febbraio di un anno fa Elena Fanchini moriva a soli 37 anni, lasciando nella disperazione la famiglia e le persone che hanno avuto la fortuna di conoscerla, frequentarla e apprezzarla non solo per le sue gesta sportive ma per il suo costante impegno nel sociale. Elli ha lasciato un vuoto incolmabile tra coloro che l’hanno amata e ammirata e a un anno dalla sua scomparsa la ferita è ancora più che mai aperta.

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Il suo calvario iniziò durante le festività natalizie del 2017. Un improvviso dolore all’addome la convinse a farsi controllare all’ospedale di Esine. Il giorno dopo ci chiamò per darci la brutta notizia: «Ho un tumore all’intestino ma sono pronta a lottare come ho sempre fatto». E prima ancora di avere la certezza della gravità della sua malattia, aggiunse. «Attendiamo l’esito degli esami ma sento di avere qualcosa di serio. Ho però ancora tante cartucce da sparare e sono pronta a colpire il male».

Le terapie all’Humanitas di Rozzano l’hanno provata se non distrutta, ma non si è mai lamentata. Voleva, doveva resistere per il suo Denis, per mamma, papà, sorelle e nipotini. Il crudele destino però era dietro l’angolo e pochi giorni dopo averci comunicato che era tutto okay e che era felicissima, perché ogni giorno giocava con i nipotini, i figli delle sorelle Nadia e Sabrina. Una settimana prima che ci lasciasse con voce strozzata ebbe ancora la forza di affermare che era tutto sotto controllo.

La Elli era così, non voleva mai disturbare, dare fastidio, nella buona e cattiva sorte. Una ragazza per bene cresciuta senza grilli per la testa con grande dirittura morale. È per quello che tutto il mondo che la circondava l’amava e la stimava. Alla campionessa di Montecampione, che sull’Olympia delle Tofane primeggiò nel 2015 nella discesa libera accorciata per via del vento, la Fondazione Cortina le ha dedicata la sala riunioni. Sono state distribuite borse di studio con il suo nome. Adesso sarebbe il momento che anche Brescia e la Valcamonica le dedicassero una gara, una pista, qualcosa che ricordi lo sport che ha onorato con la sua classe e il suo comportamento esemplare. Sua compagna di squadra è stata la sorella Nadia, che con Elena ha gareggiato alle Olimpiadi di Torino 2006 e Sochi 2014, ai Mondiali di Bormio Santa Caterina 2005, Are 2007, Schladming 2013, Vail Beaver Creek 2015. Insieme hanno corso in Coppa del Mondo in 114 gare: la prima volta il 6 gennaio 2005 a Santa Caterina Falfurva, l’ultima il 17 dicembre 2017 in Val D’Isere.

Nadia Fanchini, come si sente a un anno dalla scomparsa di Elena?
Il vuoto è enorme, incolmabile. Elena manca in ogni istante della giornata. Era davvero speciale. E aveva una forza che trasmetteva a tutte noi anche nei momenti più duri.

In effetti mai un segno di debolezza durante la malattia.
Vero. Elena era speciale, forte, aveva una determinazione straordinaria. Ha affrontato la carriera sciistica con tanto amore e con infinita passione. E ha sfidato la malattia con tutta la forza che aveva. Non voleva mai arrendersi, questo è quello che voglio ricordare di lei.

Come è stato l’avvicinamento a un giorno che è impossibile da dimenticare?
Intanto insieme a noi si stringeranno parenti, amici e tutte le persone che hanno pianto per la scomparsa della nostra cara Elena. Ogni giorno riceviamo testimonianze che le fanno onore. Evidentemente ha lasciato un segno indelebile tra coloro che l’hanno conosciuta. Apprezziamo tutto moltissimo, queste attestazioni nei confronti di Elena ci danno la forza di andare avanti. Ma sa quale è la cosa più difficile?

Quale è?
Spesso devo rispondere a mio figlio Alessandro che mi chiede quando andiamo a prendere la zia Elena, che è andata via. L’innocenza dei bimbi ci sprona ad andare avanti, ma lei non è più con noi. La sua mancanza la sentiamo sulla nostra pelle. Ha lasciato un vuoto incolmabile e non sappiamo ancora oggi capacitarsi per la sua scomparsa: è stato davvero un crudele destino quello di Elli. Mi crede se le dico che sto male, quando leggo sui giornali le polemiche alio dal Festival di Sanremo o altre vicende del genere? Sono solo le questioni di cuore che contano. L’amore e la salute sono le parti essenziali della vita e non le piccolezze che leggiamo ogni giorno.  

Elena era attivissima nel sociale. E continua a vivere nei cuori di chi l’ha amata.
Verissimo. Abbiamo infatti aperto una pagina sui social aperta, invitando amici e parenti a fare un’offerta a favore dell’Airc, l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro. Al momento sono state raccolte alcune decine di migliaia di euro che consentiranno all’Airc di mantenere per un anno un nuovo ricercatore. Siamo molto contenti per questo risultato ma siamo sicuri che le offerte proseguiranno nel tempo. È un modo straordinario per fare vivere mia sorella nei cuori di chi le ha voluto bene».

Un destino crudele quello di Elena a qualche anno dalla scomparsa di un altro membro della famiglia Fanchini.
Purtroppo nel 2009 a soli 24 anni ci ha lasciato anche la cugina Claudia, con la quale siamo cresciute e giocato. Purtroppo il destino ci ha messo a dura prova, ma dobbiamo continuare ad occuparci delle persone malate nel ricordo di Elena.
Non è il momento che Brescia e la Valcamonica si ricordino di Elena intitolandole una pista da sci o con un Memorial?
Sarebbe bellissimo, come è successo a Cortina con la sala riunioni. Per ora si parla di una gara a Borno. Vedremo. Spero che qualcosa si muova. Sarebbe il modo migliore per ricordarla.

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