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Esposito, quando il calcio è di famiglia

LA STORIA. Da Castellammare di Stabia a Brescia per inseguire un sogno: tre fratelli insieme per crescere
Salvatore, Sebastiano e Francesco Pio in biancazzurro Per la felicità di papà Agostino: «Tutto grazie a Clerici»

 I tre fratelli Esposito: da Castellammare insieme nel Brescia
I tre fratelli Esposito: da Castellammare insieme nel Brescia

 I tre fratelli Esposito: da Castellammare insieme nel Brescia
I tre fratelli Esposito: da Castellammare insieme nel Brescia

Ci vuole coraggio, per fare i bagagli e cambiare vita con tutta la famiglia. E ci vuole fede, per decidere che il futuro dei tre piccini di casa è quella stella cometa da seguire a costo di mollare tutto e traslocare a ottocento chilometri di distanza.
Agostino Esposito è un uomo di coraggio, di fede e di calcio. Per questo non ha esitato un istante di fronte alla proposta del Brescia. «I suoi figli hanno il calcio nel sangue: è disposto a lasciare Castellammare di Stabia per trasferirsi da noi con moglie e prole?», la domanda rivolta a papà Agostino dal talent-scout Roberto Clerici, uno che di fenomeni in erba se ne intende. E Papà Esposito non ci ha pensato troppo: «Ho detto subito sì – sorride nel raccontarlo - e mia moglie Flavia mi ha dato del pazzo! Ma il risultato è che, dopo aver riflettuto, siamo tutti qui. Abbiamo colto l'occasione. Io collaboro con Clerici, la figlia maggiore Annamaria va al liceo e Salvatore, Sebastiano e Francesco Pio giocano nelle giovanili del Brescia».
È UNA STORIA come se ne sentono poche, quella della famiglia Esposito. Tre bambini cresciuti a pane e pallone: Salvatore del 2000, Sebastiano del 2002, Francesco Pio del 2005. Ambidestri naturali, corsa e tocco innati, il calcio nel Dna di famiglia. «Io sono stato difensore centrale nelle giovanili del Napoli, in serie C con il Celano e in D con Scafati e Pagani – ricorda Agostino, quarant'anni da compiere a breve -. Mio padre Salvatore è professore di lettere e filosofia in pensione, ma ha giocato fra i dilettanti da trequartista. E mio cognato Gennaro è stato esterno sinistro nelle giovanili del Napoli».
I più giovani della stirpe hanno iniziato a seguirne le orme nella scuola calcio Club Napoli di Castellammare. «Mia moglie li accompagnava al campo, io allenavo le giovanili. Da tecnico ho fatto 7 anni con la Juve Stabia e l'anno scorso ho lavorato con la Libertas Stabia. Ernesto Ferraro, il coordinatore della scuola calcio di Ciro Amore, ha fatto vedere Sebastiano a Clerici, in occasione di una partita fra 2000. "Dai un'occhiata a questo 2002", gli ha detto. Dopo 10 minuti Clerici lo ha preso e mi ha fatto la proposta». Se chi ha scoperto Andrea Pirlo non ha avuto dubbi e si è subito sbilanciato, un motivo ci sarà: «Sebastiano – spiega Clerici – ha movimenti spontanei da calciatore, è un 2002 che può già stare fra i 2001. Viste le qualità dei suoi fratelli, il più grande furbo e goleador, il piccolo non ancora giudicabile ma decisamente sveglio, e viste l'esperienza e la capacità di loro padre, ho pensato che ci fossero le condizioni per un'operazione del genere».
PRIMA SEBASTIANO, poi Salvatore (preso con l'assenso di Gianluca Balestri), quindi Francesco Pio (provato da Nikola Filipovic): tre Esposito per il Brescia. Anzi, quattro: «Agostino è bravo bravo, un uomo di campo. Ormai si è affezionato ai 2000 che cura insieme a me e mi è di grande supporto. Ma mi piacerebbe che trovasse una squadra tutta sua nella nostra provincia. Se lo meriterebbe».
«Io e mia moglie Flavia siamo molto grati a Clerici – dice Esposito senior -. Non riponiamo aspettative eccessive nei nostri figli: conosco bene il mondo del calcio, so quanto sia dura emergere e non è detto che ci riescano tutti e tre. Ma quando capita l'opportunità, bisogna tentare. In ogni caso questa è già una svolta positiva: a Brescia Salvatore, Sebastiano, Francesco Pio e Annamaria avranno possibilità di vita che a Castellammare non avrebbero avuto». Il calcio nel dna, per un sogno che si è colorato di biancazzurro.G.P.L.

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