Germani, serve la scossa ma il calendario è nemico Adesso tutti sotto esame

di Folco Donati
Pollice verso per il 2023 della Germani: sette gare giocate nel nuovo anno tra campionato ed Eurocup e soltanto due vittorie a referto per Brescia
Pollice verso per il 2023 della Germani: sette gare giocate nel nuovo anno tra campionato ed Eurocup e soltanto due vittorie a referto per Brescia
Pollice verso per il 2023 della Germani: sette gare giocate nel nuovo anno tra campionato ed Eurocup e soltanto due vittorie a referto per Brescia
Pollice verso per il 2023 della Germani: sette gare giocate nel nuovo anno tra campionato ed Eurocup e soltanto due vittorie a referto per Brescia

Quando un alunno faceva il monello una volta finiva dietro la lavagna. E siccome per il banco degli imputati servono reati ben più gravi delle ultime cinque sconfitte di fila tra campionato e coppa, ma anche alla luce del fatto che il tempo per raddrizzare la stagione non manca, per ora è giusto rimanere in ambito scolastico più che giudiziario, anche se la crisi di risultati della Germani un’analisi la impone. Il momento non è certo facile. Probabilmente il peggiore da quando Alessandro Magro è alla guida di Brescia. La sensazione è che il tecnico di Castelfiorentino non sappia più che pesci pigliare e che l’imbizzarrito cavallo Germani non risponda più ai suoi comandi. Fatti i complimenti a Ulm per la vittoria di mercoledì, rimangono da attribuire quindi le tante responsabilità bresciane a tecnico e giocatori. E se è vero che il problema delle assenze si tende a darlo per scontato - nessuna squadra può permettersi il lusso di rinunciare a Petrucelli, Caupain e Cobbins senza risentirne -, l’impressione generale è che il coach biancazzurro, nella passata stagione premiato come miglior allenatore del torneo dalla Legabasket, non riesca a dare la scossa. Per cambiare il trend negativo servirebbe una vittoria, ma sprecato il jolly dell’altra sera con Ulm, all’orizzonte si prospettano tre gare in trasferta tutt’altro che acqua e sapone: Varese, Bourge en Bresse e Bologna. Tre squadre da prendere con le pinze in casa e al massimo della forma, figuriamoci con questi chiari di luna e lontano dalle mura di casa. Dove la Germani debba cercare, e possibilmente trovare, l’energia per risalire la china è difficile da dire. Probabilmente si dovrà attendere la fine di questo ciclo di ferro, con impegni che sembrano proibitivi, e magari con il recupero almeno di Petrucelli e Cobbins, per provare a ricostruire le certezze perdute e rimettersi in fiducia. Riguardo agli obiettivi stagionali ovviamente nulla è perduto, con i quarti di Coppa Italia che sono già stati messi al sicuro. La classifica del campionato di Serie A però è maledettamente corta, con Brescia che è più vicina alla cenerentola Reggio (+4) che alla quarta Pesaro (-6); e anche in Eurocup, dove passeranno alla seconda fase otto delle dieci squadre del girone, la situazione non è così rosea come avrebbe potuto essere anche solo vincendo mercoledì. La domanda dunque sorge spontanea: Mauro Ferrari, talmente arrabbiato e deluso l’altra sera da lasciare il palazzetto a quattro minuti abbondanti dall’ultima sirena, quanto sarà intenzionato ad aspettare la reazione dei suoi? Le parole tutt’altro che sibilline proferite al termine della partita dall’amministratore delegato di Germani Spa e proprietario della società, «De Benedetto e Magro ci hanno cacciato in questa situazione, spetta a loro tiraci fuori», in effetti sembrerebbero confermare in qualche modo la fiducia al suo direttore generale e al suo coach. Ma come si sa nello sport sono le vittorie o le sconfitte a supportare determinate scelte, e non è detto quindi che quanto esternato a caldo, in coda a una pessima figura, sia poi confermato dai fatti. Quello che è certo invece è che sia Alessandro Magro che Marco De Benedetto che il gruppo biancazzurro, oggi più che mai, sono sotto esame.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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