«Giocatori da sciogliere
nell’acido»: su Bignotti
si scatena una bufera

di Alberto Armanini
Nicola Bignotti: è il direttore sportivo del Pavia
Nicola Bignotti: è il direttore sportivo del Pavia
Nicola Bignotti: è il direttore sportivo del Pavia
Nicola Bignotti: è il direttore sportivo del Pavia

Un momentaccio della sua squadra in campionato, un’ospitata in tv e una frase provocatoria. Ma il tritacarne del web non perdona il dirigente che l’ha pronunciata: la battuta viene letta senza filtri, l’offesa diventa «virale» e il suo autore finisce nel mirino dell’Associazione Calciatori. Tutto questo è successo lunedì sera a Pavia ma riguarda un importante dirigente bresciano: il padre della frase incriminata è Nicola Bignotti, direttore generale del Pavia, 38 anni. E la frase riguarda le categorie entro cui i calciatori si raggrupperebbero: «I giocatori si dividono in generali, soldati e merde. Identificate le merde, farebbe piacere a tutti poterle sciogliere nell’acido. Purtroppo però, gli accordi in essere con l’Aic sono molto tutelanti nei confronti dei calciatori». L’uscita è certamente infelice, e il nero su bianco, specie visto sul web e corredato di commenti trancianti piovuti in poche ore, fa un certo effetto.

LA FRASE è stata pronunciata lunedì sera, durante un programma di approfondimento calcistico sull’emittente locale pavese «Tele Pavia».

Bignotti è intervenuto a proposito dell’esonero di Fabio Brini, il secondo allenatore licenziato quest’anno dalla società. Il direttore generale di Ospitaletto ha prima spiegato le motivazioni della dirigenza e il motivo della scelta per poi ragionare con un gruppo di giornalisti ospiti dell’emittente su molti altri temi legati alle prestazioni della squadra. Si è parlato molto e si è arrivati perfino a scherzare su alcuni aspetti, forse per stemperare il clima di polemica che serpeggia da qualche tempo attorno alla società. Brini, con lo staff tecnico al completo, il dirigente responsabile della prima squadra Eugenio Caligiuri e il consulente di mercato Antonio Imborgia, è stato infatti esonerato dopo il roboante ko incassato sabato dalla squadra contro il Padova, un 3-0 che non ha permesso al Pavia di agganciare la zona play-off e che ha acceso la critica. Bignotti si è presentato come «voce» della società proprio per tutelare i calciatori, evitando che si esponessero in un momento delicato. Con una proprietà cinese al timone, il dirigente bresciano è il primo per importanza tra gli italiani ad avere il diritto di parola. Un diritto che ha esercitato lunedì, andando però oltre con i toni.

E IERI, attraverso il sito del Pavia, Nicola Bignotti si è corretto così: «Mi assumo le mie responsabilità per aver pronunciato la frase incriminata. Penso però che per giudicarla nella maniera più corretta sia necessario contestualizzarla e ascoltare il tono con cui l’ho detta. La mia era un’iperbole, una provocazione. Non mi riferivo assolutamente ai miei giocatori e al mio gruppo del quale ho invece grande stima e con il quale coltivo il sogno di conquistare la B. Sono in questo mondo da 20 anni, conosco e ho conosciuto centinaia di calciatori e una cosa del genere mai mi sognerei neppure di pensarla. Chiedo scusa al mio presidente e alla società tutta». Ma non (ancora) all’Assocalciatori, che in una nota ufficiale ha ritenuto le parole in diretta tv di Bignotti «gravemente lesive nei confronti dei propri tesserati e, più in generale, di tutta la categoria» ed ha chiesto l’intervento «della Procura Federale per far luce sulla disdicevole vicenda».

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