CALCIO

La Feralpisalò veste social. Lo stilista? Calciatori brutti

di Sergio Zanca
Prima ufficiale a Milano per la maglia nata dal progetto di collaborazione con la community che conta più di 6 milioni di follower
Per la prima volta nella storia del calcio italiano una squadra professionistica, la Feralpisalò, indosserà una maglia disegnata da una community social.
Per la prima volta nella storia del calcio italiano una squadra professionistica, la Feralpisalò, indosserà una maglia disegnata da una community social.
Per la prima volta nella storia del calcio italiano una squadra professionistica, la Feralpisalò, indosserà una maglia disegnata da una community social.
Per la prima volta nella storia del calcio italiano una squadra professionistica, la Feralpisalò, indosserà una maglia disegnata da una community social.

Sabato, nel match che la Feralpisalò giocherà in casa contro la capolista Parma, per la prima volta nella storia del calcio italiano una squadra professionistica indosserà una maglia disegnata da una community social.

La firma è quella di «Calciatori brutti», che tra Facebook e Instagram conta più di 6 milioni di follower. Ieri, a Milano, negli spazi del footbal store «The Pitch», a pochi passi da Piazza San Babila, la presentazione ufficiale della quarta divisa dei gardesani.

Un ruggito social

Al centro della casacca l’animale simbolo del club, il leone. I grafici lo hanno disegnato in tre versioni. Gli utenti hanno votato e scelto la maglia verde con il volto del felino ruggente, i calzettoni dello stesso colore, i pantaloncini oro.

Ogni jersey ha nel colletto una frase simbolica differente per ogni ruolo: «Le ragnatele le tolgo io» vuole onorare le gesta atletiche dei portieri; «Non sono bello ma spazzo» identifica la concretezza dei difensori; in «Mettila in banca» c’è l’ego dei mediani; «Mister spegni le luci, oggi illumino io» lo dice il regista; «Passamela e poi corri ad abbracciarmi» sa proprio di egoismo da attaccante. «Calciatori brutti» è una comunità digital che narra lo sport con uno stile coinvolgente, leggero, giovane.

La sede è a Torino, come collaboratori una ventina di professionisti. Negli ultimi anni ha portato avanti diversi progetti, come le scarpe realizzate in collaborazione con Pantofola d’Oro, viaggi a tema e tanto altro. «Avevamo nel cassetto da diverso tempo il sogno di sbarcare nel calcio professionistico - le parole del manager Federico Ciapparoni- e la Feralpisalò si è dimostrata il partner giusto. Per fare queste cose serve un po’ di follia, ma è solo con la complicità e l’impegno che si raggiungono risultati mai visti, come disegnare una maglia per una squadra di Serie B».

L’iniziativa ha vissuto alcuni momenti chiave: l’idea avuta da Matteo Oxilia, responsabile della comunicazione verdeblù, l’annuncio della collaborazione, la proposta delle grafiche e i sondaggi nelle stories, la realizzazione dello shooting con cinque calciatori (Balestrero, Butic, Ceppitelli, Felici e Fiordilino) nelle vie del centro storico di Salò e sul lungolago, l’anteprima video della realizzazione dei primi prototipi che ha coinvolto quasi un milione di votanti, per un totale di 11 milioni di impression.

Parlano i protagonisti

«Volevamo crescere nella reputazione digital - spiega Oxilia -, dando sempre più peso all’attività online. Dopo avere lavorato per anni a importanti progetti analogici, stiamo creando un nuovo modo di comunicare il calcio, divulgare i nostri valori e mettere sempre più in luce la vocazione di club giovane e giovanile verso un pubblico che dialoga e vive sui social. Per anni la Feralpisalò ha inanellato molte prime volte: quella della B rimarrà indelebile e indimenticabile, ma andava suggellata con un’iniziativa che lasciasse il segno».

Tre maglie erano state presentate questa estate: classica la prima, mentre la seconda ricorda la colata d’acciaio e la terza i graffiti della Valle Camonica. Ora la quarta. Sponsor principale: l’Antico Vinaio di Firenze, il marchio di schiacciate più famoso del mondo, creato da Tommaso Mazzanti. Ilenia Setola, direttore marketing della Feralpisalò, ha sottolineato l’importanza dell’operazione, che «apre un nuovo fronte nella narrazione della società gardesana».

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