Labojko, la salvezza del Brescia

di Alberto Armanini
Jakub Labojko, 25 anni: per il centrocampista polacco un rendimento costante che giova al Brescia
Jakub Labojko, 25 anni: per il centrocampista polacco un rendimento costante che giova al Brescia
Jakub Labojko, 25 anni: per il centrocampista polacco un rendimento costante che giova al Brescia
Jakub Labojko, 25 anni: per il centrocampista polacco un rendimento costante che giova al Brescia

Dopo 3 anni passati a torturarsi sull’eredità tecnica di Sandro Tonali si è finalmente giunti a un punto di svolta. Ci è arrivato Daniele Gastaldello, costretto dalla situazione a fare quello che nessuno dei suoi predecessori aveva nemmeno ipotizzato. Inutile intestardirsi nella ricerca di un direttore d’orchestra che non c’è. Meglio la regolarità della classe operaia. E allora da 3 partite ecco che gioca Jakub Labojko e non più Tom van de Looi. Ed ecco che i risultati, come per magia, sono cambiati. Il confronto numerico è impietoso ma cristallino. Nelle 22 partite in cui con l’olandese titolare sono arrivate 2 vittorie, 10 pareggi e 10 ko, per un totale di 16 punti e una media di 0,72 a gara. Un andamento da retrocessione diretta. Al contrario, nelle 10 con il polacco dall’inizio, i successi sono stati 6, con 2 pareggi e 2 ko per 20 punti totali e una media di 2 netti a partita. Una marcia da promozione diretta in A. Allargando lo sguardo alle presenze complessive (da titolari e da subentrati) e considerando almeno 1000 minuti giocati, van de Looi nella rosa ha la peggiore media punti (0.68) mentre Labojko è 5° (1.23) ma 1° tra i centrocampisti. È la dimostrazione di come i 2 calciatori abbiano inciso in modo opposto. I dati tecnici (fonte soccerment.com) non mentono. Labojko è superiore per passaggi riusciti (77,3 per cento contro 76,1) e ne sbaglia di meno sui 90 minuti (10,6 a 11,6). Il che non si traduce in una maggiore qualità - anzi può essere il contrario - ma significa che fa cose più semplici e redditizie. Invece van de Looi sembra ancora un giocatore fuori fuoco. Forse né van de Looi né Labojko sono registi (nessuno dei 2 verticalizza, né detta i tempi) ma uno interpreta meglio la posizione di schermo davanti alla difesa. Non è un caso che il calciatore più essenziale sia stato anche il più utilizzato nel filotto iniziale di vittorie. Infatti van de Looi ha saltato per infortunio le gare con Como, Perugia, Modena e Benevento che hanno portato 4 vittorie di fila. Ma come? Se la filosofia era il «belgiuoco» catalano perché si è avuta una resa migliore col centrocampista di sostanza? La risposta è sempre negli equilibri di squadra. La solidità di Labojko permette di coinvolgere maggiormente i giocatori più avanzati, sgravati così da alcuni compiti difensivi e possono toccare più palloni con tempi di gioco meno compassati. La prova di Rodriguez, Listkowski e Bjorkengren con la Reggina lo dimostra. Sia chiaro: il dito non è puntato contro van de Looi, casomai contro chi non lo ha capito. Un anno fa - era il 7 maggio 2022 - dopo Brescia-Reggina 3-0 l’olandese spiegò chiaro che qui ci si aspetta che lui renda come Tonali: «Ma io non sono Tonali, sono Tom van de Looi», disse. In questo Labojko ha un vantaggio, specie quando il presidente, parlando di aspettative dopo il ko di Bari, disse che veniva da un anno a Cipro. Ma il «cipriota» Labojko si sta dimostrando una delle salvezze del Brescia. •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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