Le Fanchini «americane»:
«Il sogno sono le Olimpiadi»

Nadia Fanchini: nata il 25 giugno 1986, in carriera ha centrato due vittorie in Coppa del Mondo e altri dieci podiElena Fanchini: nata il 30 aprile 1985, due vittorie e 4 podi in Coppa
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A Copper Mountain in Colorado per affilare le armi in vista dell’opening di prove veloci fissato per il primo dicembre a Lake Louise in Canada: Nadia e Elena Fanchini da qualche giorno si stanno allenando insieme in America in vista del debutto stagionale in Coppa del Mondo.

La prima a raggiungere il Colorado è stata Nadia Fanchini, da poco tornato abile e arruolata dopo la terribile caduta del 15 gennaio a Altenmarkt Zauchensee in Austria arrivata mentre stava disputando la prova cronometrata della discesa libera. Prima di rimettere gli sci ai piedi si è dovuta sottoporre a due interventi chirurgici per via dei problemi all’omero sinistro: uno a Brescia, l’altro a Milano. Adesso si sta allenando con un tutore speciale e molto probabilmente salterà lo slalom gigante di Killington in programma domani.

Addirittura potrebbe anche dire addio per sempre alla prova tecnica tra le porte larghe, una disciplina che solo per un soffio non le ha permesso di centrare il podio alle Olimpiadi di Sochi 2014: deciderà serenamente insieme agli allenatori azzurri se correre anche questa disciplina oppure porre tutta la propria attenzione alle prove veloci.

NELL’ULTIMA SETTIMANA si è allenata per quattro giorni consecutivi prima di prendersi 24 ore di completo riposo. A Nadia dovrebbero consegnarle una medaglia d’oro speciale per la sfortuna che l’ha costretta spesso a mordere il freno, nonché per il cuore e la volontà che le hanno consentito ogni volta di tornare a gareggiare: «E anche questa volta spero di riuscire a tornare a discreti livelli. Non mi pongo particolari obiettivi anche se a febbraio si svolgeranno le Olimpiadi di Pyeongchang in Corea. Al momento non so come e quante gare potrò affrontare. Sono però certa di schierarmi nuovamente al cancelletto di partenza. Questo ultimo infortunio mi ha costretto a fare i salti mortali per recuperare. Adesso sono qui e vado avanti alla giornata senza fare programmi». Sa solo lei che cosa ha dovuto sopportare: Nadia deve avere una soglia del dolore pazzesca perché anche questa volta è riuscita a rimettersi gli sci ai piedi. Davvero un’impresa.

SUA SORELLA ELENA al contrario è approdata a Copper Mountain solo da cinque giorni insieme alle velociste azzurre, mentre Nadia aveva raggiunto il Colorado con le atlete polivalenti.

Elena ogni giorno deve fare i conti con i dolori delle ginocchia martoriate, ma da qualche stagione non avverte infortuni importanti. Ginocchia e schiena doloranti sono peraltro all’ordine del giorno per chi pratica lo sci alpino, ne conviene anche lei: «Dopo un po’ di tempo ci si abitua a sopportare il dolore. Il nostro sport è fantastico e al tempo stesso crudele: ti permette di volare ma subito dopo può tarparti le ali. Da anni ho metabolizzato questa situazione e cerco di affrontare le gare con la solita grinta. Non sono certamente la Elena Fanchini di qualche anno fa ma sono pur sempre tra le prime discesiste e chissà non riesca a centrare un traguardo che non voglio rendere pubblico per la paura che porti male».

Elena è la più grande delle sorelle di Montecampione. In carriera ha disputato sei campionati del mondo e tre Olimpiadi. Chissà non le riesca di calare il poker: entrerebbe nella storia dello sci alpino mondiale.A.MASS.

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