Per i fratelli Cima è già l’ora di lasciare a 28 e 24 anni

di Angiolino Massolini
Damiano Cima  in maglia Nippo Fantini festeggia sul podio la vittoria della tappa numero 18 del Giro d’Italia 2019, la Valdaora-Santa Maria di Sala: è il 30 maggioImerio Cima esulta per un successo da dilettante nel 2017: si è ritirato a soli 24 anni dopo un grave incidente
Damiano Cima in maglia Nippo Fantini festeggia sul podio la vittoria della tappa numero 18 del Giro d’Italia 2019, la Valdaora-Santa Maria di Sala: è il 30 maggioImerio Cima esulta per un successo da dilettante nel 2017: si è ritirato a soli 24 anni dopo un grave incidente
Damiano Cima  in maglia Nippo Fantini festeggia sul podio la vittoria della tappa numero 18 del Giro d’Italia 2019, la Valdaora-Santa Maria di Sala: è il 30 maggioImerio Cima esulta per un successo da dilettante nel 2017: si è ritirato a soli 24 anni dopo un grave incidente
Damiano Cima in maglia Nippo Fantini festeggia sul podio la vittoria della tappa numero 18 del Giro d’Italia 2019, la Valdaora-Santa Maria di Sala: è il 30 maggioImerio Cima esulta per un successo da dilettante nel 2017: si è ritirato a soli 24 anni dopo un grave incidente

Costretti alla resa a soli 28 e 24 anni di età: Damiano e Imerio Cima, dopo avere disputato quattro stagioni nella categoria maggiore, hanno deciso di smettere dopo avere coltivato sogni che purtroppo non si sono avverati. Damiano è rimasto senza contratto pur avendo vinto l’anno scorso una corsa: incredibile ma vero. Imerio invece, dopo essere stato investito da un’automobile non è più riuscito a tornare ai suoi livelli. Risultato? Entrambi hanno praticamente appeso la bicicletta al chiodo e d’ora in poi saranno presenti nel panorama ciclistico in due ruoli completante diversi. Damiano sabato debutta nel ruolo di regolatore di traffico alle Strade Bianche; Imerio figura nello staff tecnico della Gazprom RusVelo. La storia di Damiano Cima è più unica che rara. Fino a pochi anni fa, quando un corridore riusciva a conquistare una corsa, aveva praticamente il contratto assicurato per l’anno successivo. Adesso invece è tutto cambiato. Non basta vincere, occorre avere un briciolo di fortuna e magari qualche santo in paradiso. Cose che non ha il 28enne di Malocco di Lonato, sposato con la signora Veronica e padre di Gaia, 7 mesi. Nelle 7 stagioni tra i professionisti Damy ha vinto alcune gare, la più importante il 30 maggio 2019, la tappa del Giro d’Italia scattata da Valdaora (Bolzano) e terminata a Santa Maria di Sala (Venezia). In quell’edizione vinse la classifica dei chilometri percorsi in fuga e concluse 3° nella graduatoria a punti dietro al tedesco Pascal Ackermann e al francese Arnaud Demare. È stato pure a lungo in testa ai traguardi volanti e nella classifica della combattività. Poi ha dovuto attendere due anni prima di festeggiare un altro successo, l’anno scorso a Okoko in Repubblica Ceca. In carriera ha vinto 2 volte al Tour of Xingatai e al Tour of China II. Ma adesso? «In inverno ho fatto vita da corridore. Mi sono allenato duramente per farmi trovare pronto. Nessuno ha suonato il campanello e ora ho deciso di iniziare un’altra attività. Con le Strade Bianche inizio la collaborazione con Rcs e farò il regolatore di traffico. Non è come correre, ma è importante per rimanere nell’ambiente». E in caso di chiamata in extremis? «Non ci voglio pensare, sono mesi che attendo che si muova qualcosa, ma le mie speranze sono svanite nel nulla». Da buon marito e padre di famiglia pensa al futuro: «Mia moglie ha un impiego come logopedista, ma è ancora in maternità: tocca a me fare l’uomo di… casa». Suo fratello Imerio vanta un palmares giovanile più prestigioso, con 3 titoli italiani su pista nell’inseguimento e nella velocità a squadre nel 2014 e 2015. È stato pure 3° al Mondiale di madison nel 2015 con Carloalberto Giordani, tuttora alla Biesse Carrera Premac. Nell’aprile di un anno fa in un incidente stradale ha riportato fratture multiple alle costole e problemi seri al ginocchio sinistro: «Da qualche settimana sono nell’organico della Gazprom RusVelo – rivela -. Prima correvo, adesso preparo i mezzi per i nostri corridori. Purtroppo ho dovuto interrompere l’attività perché con il ginocchio che mi ritrovo non riesco più a forzare». Damiano e Imerio Cima sono cresciuti alla Feralpi Monteclarense con le famiglie Pasini e Bregoli. Per entrambi 4 stagioni tra i professionisti con Nippo Fantini e Gazprom RusVelo. •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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