IL COMPLEANNO

Tanti auguri Ezio Baribbi, 76 anni a tutta passione per il re delle cronoscalate

di Fabio Pettenò
Traguardo speciale per una delle leggende della velocità made in Brescia. In carriera 5 Malegno-Borno, 187 successi assoluti e 6 titoli tricolori «Ho dedicato la mia vita alle corse: sono fiero di quello che ho fatto»
Al lavoro su una vettura con il figlio Claudio, che dal padre ha ereditato la passione per le corse e i motori
Al lavoro su una vettura con il figlio Claudio, che dal padre ha ereditato la passione per le corse e i motori
Al lavoro su una vettura con il figlio Claudio, che dal padre ha ereditato la passione per le corse e i motori
Al lavoro su una vettura con il figlio Claudio, che dal padre ha ereditato la passione per le corse e i motori

Una vita vissuta con la velocità nel sangue. 187 vittorie assolute in Italia, 6 titoli tricolori: come lui a Brescia nessuno mai. Ezio Baribbi spegne oggi 76 candeline. Il suo nome evoca ricordi indelebili negli appassionati di automobilismo. Per 20 anni le sue gesta hanno riempito le cronache sportive, il suo stile di guida ha infiammato generazioni, il suo carisma ha fatto scuola. «È un giorno speciale che mi godo circondato dagli affetti e dai ricordi - racconta Baribbi -. Molti pensano che io sia del 1947 ma in realtà sono del 1946. Di questi 76 anni 25 li ho trascorsi guidando vetture da corsa». Baribbi apre il libro dei ricordi. Una vita degna di un romanzo. «Tracciando un bilancio della mia vita sono soddisfatto - spiega Baribbi -. Non mi lamento di quello che ho fatto, soprattutto dal punto di vista sportivo. Se fuori tendo a mascherare la mia felicità, dentro sono fiero di me stesso». Baribbi ha legato indissolubilmente il suo nome alle cronoscalate. Tra i brevi allunghi in salita e i tornati a gomito, l’ex pilota bresciano è stato tra i più forti di sempre. Nel 1973 il primo trionfo di classe. «In quella edizione preparai, da solo, una Abarth. Nel turno di prova ero ultimo, sconsolato. In gara piovve e arrivai primo del mio raggruppamento. La notizia della vittoria me lo diedero mia moglie e mio figlio al traguardo. Non ci credevo. Aspettai 3 ore la coppa del successo perché qualcuno fece ricorso». Di Malegno-Borno Ezio Baribbi ne ha vinte cinque. Il primo successo assoluto nel 1985. Il bis l’anno successivo. Poi ’88, ’91 e ’92. «Persi la sesta per un guasto al motore - svela -. Sin dalle prove, che conquistai con il miglior tempo, sentivo un rumore strano.

Ezio Baribbi in gara alla Malegno-Borno del 1992: sono cinque le vittorie conquistate dal pilota bresciano sulle strade della Valcamonica
Ezio Baribbi in gara alla Malegno-Borno del 1992: sono cinque le vittorie conquistate dal pilota bresciano sulle strade della Valcamonica

A Ossimo, in gara, il propulsore esplose». Nei cinque successi sulle strade di casa nacque il mito della rivalità con Mauro Nesti (recordman di vittorie alla Malegno-Borno con 10 successi). «Mauro era toscanaccio, un po’ bugiardo ma gli ho voluto bene. L’ho visto anche piangere per una mia vittoria. La nostra è stata una bella rivalità: per 20 anni abbiamo dato spettacolo». Tra i ricordi più belli anche la cronoscalata bresciana dell’85. «Era la prima volta che battevo Nesti. Ricordo come se fosse ieri gli altoparlanti all’arrivo che urlavano il mio nome. Avrei potuto vincere più gare in carriera ma per molti anni ho cercato di battere Mauro». Quale il segreto di tanti successi? «Non partivo mai in prima ma sempre in seconda - scherza Baribbi -. Alcuni dicevano che avevo 6 marce, in realtà ne usavo 4. Inoltre le mie macchine le ho sempre modificate personalmente. Ho trascorso Natale e Pasqua a lavorare: ho dedicato la vita alle corse». Non solo vittorie ma anche grandi amarezze. «Tra le più grandi c’è la Montecampione del ’92. Feci il miglior tempo nelle prove, secondo Nesti, terzo Regosa. La notte piovve, la strada si sporcò. Io e Nesti peggiorammo i crono di un paio di secondi ma a un certo punto si spense il display del timer. Pasquale Irlando, quarto, si girò a un tornante, ci sono le foto e le prove. Ma incredibilmente vinse. Non ho mai visto la striscia dei tempi. Per quel furto persi un campionato. La mia rabbia derivò dal fatto che l’organizzatore era bresciano...». Tante le persone da ringraziare. «Da Vittorio Palazzani a Francesco Pegoiani e Dario Luraghi, senza dimenticare la mia famiglia. E mio figlio Claudio a cui ho trasmesso l’amore per le corse».•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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