Tra il Brescia e i play-off manca solo Donnarumma

di Alberto Armanini
Alfredo Donnarumma, 30 anni: una stagione con poche luci finoraFlorian Ayé, 24 anni: è il capocannoniere del Brescia con 11 reti, 9 delle quali nel girone di ritorno FOTOLIVE
Alfredo Donnarumma, 30 anni: una stagione con poche luci finoraFlorian Ayé, 24 anni: è il capocannoniere del Brescia con 11 reti, 9 delle quali nel girone di ritorno FOTOLIVE
Alfredo Donnarumma, 30 anni: una stagione con poche luci finoraFlorian Ayé, 24 anni: è il capocannoniere del Brescia con 11 reti, 9 delle quali nel girone di ritorno FOTOLIVE
Alfredo Donnarumma, 30 anni: una stagione con poche luci finoraFlorian Ayé, 24 anni: è il capocannoniere del Brescia con 11 reti, 9 delle quali nel girone di ritorno FOTOLIVE

Nonostante decine di complicazioni, incidenti di percorso di varia natura e pure l’alternanza di 4 gestioni tecniche (più un doppio interregno targato Gastaldello), la possibilità di lottare per un obiettivo prestigioso è ancora concreta. Il gruppone che vale la Serie A è vicino. E il Brescia c’è, non molla, ci proverà fino all’ultimo minuto dell’ultima partita. A ridosso dei play-off ci è arrivato grazie ai 21 punti (su 33 disponibili) conquistati da Clotet, alla scoperta di nuove gerarchie di squadra, al rientro di Cistana, al contributo di sostanza e creatività di Bjarnason e Ndoj e alla verve realizzativa di Florian Ayé, a segno 7 volte su 11 con il catalano in sella. A ben vedere da qui alla fine manca solo una cosa. Anzi, un giocatore: Alfredo Donnarumma. La parola che va di moda a riguardo è un neologismo: «riatletizzazione». Sui dizionari non c’è traccia di cosa significhi. Stando alla logica, il numero 9 del Brescia si è sottoposto a questo particolare processo per recuperare tono, condizione e, perché no, pure fiducia in se stesso. Per tornare a essere un giocatore di calcio, per essere di nuovo un atleta all’altezza della B, sempre che in questo mondo verboso contaminato dai social l’etimologia delle parole (anche quelle inventate come questa) abbia ancora un valore. La B è il suo habitat. L’ha piegata più volte al suo volere, con tante maglie differenti e in condizioni diverse. I numeri non mentono. In carriera Donnarumma ha giocato 175 partite di B segnando 70 reti. Questa stagione però dice tutt’altro: 3 gol in 18 gare. Poco, pochissimo, specie per un attaccante che può vantare una media perfetta di un centro ogni 2,5 partite giocate. Mica paglia. In senso assoluto sono i dati di un giocatore determinante, che può essere decisivo in ottica promozione come lo è stato fino almeno a febbraio-marzo nella cavalcata 2018-19. In relazione alla singola stagione sono i numeri di un calciatore che ha dimenticato come si segna, a tratti anche come si gioca e si lotta. Un’involuzione che ha fatto pensare a chi lo allena ogni settimana che ci fosse bisogno di un periodo di pausa, di un lavoro personalizzato per poter rientrare al meglio nella fase decisiva. Sono rari nel calcio i casi di giocatori costretti a fermarsi di colpo senza un grave infortunio alle spalle. Certo, c’è stato il Covid, ma risulta che Donnarumma ne sia guarito a dicembre e abbia rivisto il campo più volte con anche buone prestazioni. Negli occhi di molti c’è ancora la gara con il Cittadella, l’ultima con gol, in cui Alfredo era sembrato quello di un tempo. Anche la partita con il Chievo e il derby con la Cremonese erano state produttive con 2 assist. Ma poi? Nelle ultime 7, mentre il Brescia metteva nero su bianco la salvezza e si avvicinava ai play-off, Donnarumma ha giocato solo 51 minuti salvo iniziare il percorso di riatletizzazione di cui sopra. E allora, che questo processo restituisca quanto prima il miglior numero9 possibile. Esclusa l’attuale, la media per stagione in B di Donnarumma è di 13,4 reti. Togli le 3 che ha già segnato ne mancano 10. Esageriamo? Ne servono 5 per i play-off e 5 per la A. Non gli si chiederebbe tanto se non si sapesse che questi numeri sono nelle sue corde. Alfredo non è Ayé, che con pieno merito ha alimentato la fiammella della speranza ma non può essere il giocatore che toglie tutte le castagne dal fuoco e riporta la squadra in massima serie. Il Brescia ha bisogno di Donnarumma e, forse, Donnarumma (tornato in gruppo) ha bisogno del Brescia. Solo ritrovando l’antico fuoco si può provare qualcosa di impensabile. Una missione quasi impossibile in cui nessuno - giocatore, squadra, società, tifosi - ha nulla da perdere. Forza, Alfredo. •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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