Una sfida infinita L’Italia festeggia dopo 6 extratime

Alessandro Bovo con il numero 3 sulla calottina azzurra del Settebello
Alessandro Bovo con il numero 3 sulla calottina azzurra del Settebello
Alessandro Bovo con il numero 3 sulla calottina azzurra del Settebello
Alessandro Bovo con il numero 3 sulla calottina azzurra del Settebello

9 agosto 1992, la piscina «Bernat Picornell» che ospita la finale del torneo olimpico di Barcellona è piena all’inverosimile. I numeri ufficiali certificano le 10mila presenze, la capienza dell’impianto catalano, ma c’è chi parla addirittura di 12mila spettatori. Un ulteriore dettaglio mitico di una sfida infinita in tutti i sensi, con la bellezza di sei tempi supplementari prima del trionfo dell’Italia. Da un lato i padroni di casa della Spagna, favoriti non solamente dal fattore campo; dall’altro un Settebello all’inizio di uno dei suoi cicli più vincenti agli ordini del colonnello croato Ratko Rudic, reduce da due ori conquistati con la Jugoslavia a Los Angeles 1984 e a Seoul 1988; un Settebello partito come outsider e sorprendentemente in finale, dopo aver battuto di misura la rappresentativa del Csi (le ex repubbliche sovietiche). In tribuna anche Re Juan Carlos, per festeggiare quello che avrebbe dovuto esser l’ultimo oro della nazionale iberica in quell’edizione delle Olimpiadi, secondo un copione già scritto. E invece è l’Italia a partire fortissimo, con Massimiliano Ferretti che porta i suoi sullo 0-2 tra il primo e il secondo tempo, mentre Estiarte per la Spagna dimezza le distanze. L’attuale Ct del Settebello Campagna firma l’1-3, mentre ancora Ferretti da boa uccella Rollan con una palombella per l’1-4. A chiudere la prima metà della gara è Garcia per il 2-4. Ancora Campagna su rigore sigla il 2-5: sembra praticamente fatta, ma Garcia ed Estiarte la riaprono portandola sul 4-6 (gol di Caldarella per l’Italia) alla fine del terzo tempo. Con un moto d’orgoglio gli iberici ribaltano la partita nel quarto tempo, trascinati da Estiarte e Oca per il 7-7 che vale i supplementari. Ed è sempre Estiarte su rigore a segnare il 7-6 per la Spagna a 42“ dalla fine del secondo supplementare. A questo punto, quando ormai la gara sembra persa, Bovo estrae dal cilindro un’invenzione per Ferretti che pareggia il conto. La regola prevede coppie di supplementari da 3 minuti l’uno, ma la seconda finisce a reti inviolate. A 32“ dal termine del sesto supplementare è Federico Gandolfi a trovare l’angolino sul secondo palo firmando il l’8-9. L’ultimo brivido prima della festa è la traversa colpita da Oca a 3“ dalla fine. Per l’Italia è il terzo oro olimpico dopo quelli del 1948 e del 1960.•. F.V. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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