Valentina Belotti da sogno: una campionessa eterna

di Folco Donati
Per l’atleta di Temù tante anche le soddisfazioni in maglia azzurraStraordinaria Valentina Belotti, ancora campionessa italiana a 42 anni sulle strade della Valsabbia
Per l’atleta di Temù tante anche le soddisfazioni in maglia azzurraStraordinaria Valentina Belotti, ancora campionessa italiana a 42 anni sulle strade della Valsabbia
Per l’atleta di Temù tante anche le soddisfazioni in maglia azzurraStraordinaria Valentina Belotti, ancora campionessa italiana a 42 anni sulle strade della Valsabbia
Per l’atleta di Temù tante anche le soddisfazioni in maglia azzurraStraordinaria Valentina Belotti, ancora campionessa italiana a 42 anni sulle strade della Valsabbia

Valentina Belotti is back. Perché nella vita puoi farti limitare dai lividi e dai dolori, ma alla fine a prevalere ed a dettare le regole del gioco sono il cuore e la passione. E così, dopo aver deciso di provare ad appendere le scarpe al fatidico chiodo, la campionessa di Temù è tornata ad indossare canottiera e scarpe da trail e come debutto si è permessa di vincere il titolo tricolore di «vertical» in occasione delle sfide della scorsa settimana a Casto. Passione innata per scalini e salite da pendenze impossibili, la camuna sabato pomeriggio dopo aver indossato la maglia di campionessa italiana, sembrava una bimba che non stava più nella pelle per la contentezza: «Davvero non pensavo di andare così forte – ha spiegato alla fine del Vertical Nasego l’atleta di Temù -. Sono riuscita a stare calma all’inizio quando ho visto che qualcuna delle mie avversarie andava via. Non volevo strafare perché in realtà non sapevo se di fidarmi o meno delle buone sensazioni che avevo. Con pochi allenamenti nelle gambe non conoscevo a fondo le mie possibilità. Poi quando la strada ha iniziato a rizzarsi sotto i miei piedi ho deciso di provare a forzare ed è andata bene. Terza assoluta e prima italiana al traguardo. Stentavo a crederci, ma è tutto vero». Poco galante indicare l’età delle donne, ma la data di nascita, 14 aprile 1980, stampata sulla carta d’identità della quattro volte vice-campionessa del mondo di corsa in montagna, testimonia a maggior ragione la grandezza assoluta di un’atleta che a quarant’anni suonati non smette di stupire. Dalle campestri dei Giochi della Gioventù dei primi anni ’90 fino al Vertical dello scorso fine settimana: trent’anni di carriera costellati da successi, vittorie, allori, titoli italiani ed europei, con i quattro argenti ai mondiali di corsa in montagna. «E anche tanti infortuni – aggiunge sorridendo Valentina Belotti -. Tanta fatica, ma quella è facilmente sopportabile quando ti stai divertendo. Gli infortuni invece ti buttano a terra. Ricominciare dopo un lungo stop è sempre difficoltoso dal punto di vista fisico, ma forse lo è ancora di più da quello morale. Trovare le motivazioni giuste, spesso è difficile». Difficile, ma per Valentina Belotti lividi e dolori non sono stati sufficienti per chiudere definitivamente la porta in faccia alla passione per la corsa e la montagna. «L’inverno scorso avevo deciso di smettere – sottolinea la campionessa camuna -. Di fronte all’ennesimo problema fisico avevo pensato di poter chiudere in maniera definitiva questa stupenda parentesi della mia vita. Invece, grazie ad un modo diverso di pensare agli allenamenti, riducendo i tempi dedicati alla corsa, fatiche che i miei tendini malandati ormai poco sopportano e provando a fare bici e piscina, mi sono ritrovata a rivivere magnifiche sensazioni. Bicicletta da spinning e nuoto, con un briciolo di corsa e tanta fisioterapia. Un mix quasi perfetto che per incanto mi consente di gestire un buono stato di forma». Valentina Belotti è dunque tornata sulla scena, ammesso poi, che se ne fosse mai andata. Fuori per lunghi periodi, alcuni dei quali negli anni più fulgidi della sua straordinaria carriera, ha sempre trovato la forza per riproporsi. Tornata a vincere ed indossare la maglia tricolore, Valentina Belotti ha abbandonato almeno per il momento l’idea di lasciare il mondo della corsa in montagna: «Il mio fisico ha accettato questo compromesso di diversificare il mio modo di allenarmi – dice la campionessa italiana di vertical -. Ma vivo alla giornata. Non mi considero una ex, ma neppure un’atleta in piena efficienza. E così, finchè sopporto il dolore, e soprattutto mi diverto, sono pronta a rimettermi in gioco, anche se limitatamente alle gare di vertical. Con l’apporto ed il supporto della mia splendida famiglia riesco a trovare gli spazi necessari per rimanere a galla e visto che non c’è cosa più bella che fare sport divertendosi, per adesso la corsa in montagna continuerà far parte delle mie giornate». •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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