Verani, che bella impresa È oro nella 25 chilometri

di BUDAPEST
Sul tetto del mondo La gioia di Dario Verani dopo aver tagliato vittorioso il traguardo
Sul tetto del mondo La gioia di Dario Verani dopo aver tagliato vittorioso il traguardo
Sul tetto del mondo La gioia di Dario Verani dopo aver tagliato vittorioso il traguardo
Sul tetto del mondo La gioia di Dario Verani dopo aver tagliato vittorioso il traguardo

Un oro allo sprint, dopo 25 chilometri di bracciate. Una gioia immensa. L’ennesima per i colori azzurri ai Mondiali di Budapest. In tutto, finora, gli italiani hanno vinto 21 medaglie: di queste nove sono arrivate dalla vasca del nuoto, sei dalle acque libere, una nei tuffi e cinque dal sincronizzato. Divise in egual misura le medaglie della spedizione azzurra del fondo: 2 ori, 2 argenti e 2 bronzi. Battuto il bottino storico di Fukuoka 2001, dove ci furono però tre ori (3 ori e 2 bronzi), e quello di Budapest 2017, sempre con 5 medaglie (senza ori). A firmare il secondo trionfo italiano in mare, sulla scia di Paltrinieri, è stato Dario Verani, che ha vinto il titolo mondiale della 25 chilometri, ultima prova iridata nel Lupa Lake. Il ventisettenne di Cecina, allenato da Fabrizio Antonelli per l’Esercito, si impone in 5h02’21«5. Lo scalpo è quello d’autore: battuto il superfavorito francese Axel Reymond. Il parigino ventottenne, già bicampione mondiale in carica e campione europeo, ha condotto per 24.5 km nuotando da padrone. Poi nel cono finale la magia dell’azzurro, lo scorso anno bronzo europeo nella cinque chilometri, che lo passa a velocità doppia e tocca primo con il transalpino a +1»2 (5h02’22«7). Terzo e staccato l’ungherese Peter Galicz (5h02’35»4). A ruota, dopo una gara condotta sempre ai piedi del podio, perde acqua nell’ultimo chilometro Matteo Furlan, che è settimo in 5h02’53«8. «Sei stato bravissimo; eri troppo veloce per me. Complimenti», gli dice sportivamente Reymond. «Sono al settimo cielo perché è uscita la gara che avrei voluto fare», racconta Verani. «Sono rimasto ai piedi del favorito francese e sapevo di avere qualcosa in più negli ultimi cento metri. Questo è un sogno che si realizza, molto più grande del bronzo europeo nella 5 chilometri. In pochi ci credevano alla vigilia, ma io lo sapevo. Questo oro è per la mia famiglia, per il centro sportivo Esercito e in particolare per il mio allenatore Fabrizio Antonelli. Questa gara ti prova fisicamente, mentalmente, anche moralmente. Adesso sto vivendo in una bolla di leggerezza. Questa medaglia è una liberazione». Epilogo al fotofinish anche nella maratona (25 chilometri femminile, con l’azzurra Barbara Pozzobon quarta. La ventinovenne di Maserada sul Piave, che nuota per Fiamme Oro e Hydros Oderzo, paga lo sprint, schiacciata dall’esperienza delle medagliate. Si impone la brasiliana Ana Marcela Cunha in 5h24’15«0, dopo una gara sempre nelle prime posizioni. L’olimpionica trentenne di Salvador - rappresentante dell’orgoglio omosessuale e fidanzata con Maria Clara Fontoura, che festeggia col saluto militare sul podio - è al settimo titolo mondiale. All’arrivo precede la tedesca campionessa europea Lea Boy (5h24’15»2) e l’olandese campionessa della dieci chilometri, già olimpionica, Sharon Van Rouwendaal in 5h24’15«3. L’azzurra, allenata Barbara Bertelli, chiude a «Penso di aver disputato una bella gara. L’importante era provarci, restare attaccata a queste grandi campionesse», commenta Pozzobon. «Essere arrivata in gruppo è un passo avanti. Ripartirò più determinata dopo questo quarto posto; va migliorata la psicologia di approccio alla gara e lo sprint. Ci vediamo a Ostia».•.

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