COSMODONNA

Bruzzone: «I peggiori nemici delle donne non sono gli uomini, ma gli stereotipi di genere»

La criminologa e psicologa forense: «Bisogna insegnare alle proprie figlie che al centro ci sono loro e ciò che vogliono»
Roberta Bruzzone a Cosmodonna
Roberta Bruzzone a Cosmodonna
Roberta Bruzzone a Cosmodonna
Roberta Bruzzone a Cosmodonna

Tra i numerosi incontri previsti da Cosmodonna, l’unico evento in Italia interamente dedicato al mondo femminile in corso al Brixia Forum fino a lunedì 22 aprile, anche quello di Roberta Bruzzone, famosa criminologa e psicologa forense.

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«I peggiori nemici delle donne non sono tanto gli uomini, quanto le regole sociali, meglio note come stereotipi di genere – spiega Roberta Bruzzone -. Questi stereotipi “ingabbiano” le donne all'interno di ruoli estremamente precisi e purtroppo codificati, che spesso e volentieri le donne si convincono di dover rispettare ad ogni costo, anche a rischio della vita. Basta vedere i giochi da bambini: per i maschi una grande varietà di ogni tipo, per le bambine pentole, skin care o kit per stirare. La nostra società è ancora radicata nel patriarcato e insegniamo ai giovani di oggi che la casa la deve curare la donna. L'ideale sarebbe trasformare gli uomini in alleati».

Per molte donne, ancora, «stare con un uomo è il modo di definire il loro ruolo nel mondo non una libera scelta, - prosegue Bruzzone - le giovani donne già a 12 anni si sentono chiedere se hanno il fidanzato e questo denota una spaventosa pressione sociale e vengono portate a pensare che senza un uomo accanto non possono vivere ma sarebbero spaesate e confuse».

Diritto all'aborto? La scelta è della donna

Uno dei principali dogmi del patriarcato è ancora che «la donna deve essere bella non forte, intelligente e affermata», ha proseguito Bruzzone intervenendo anche sui temi di stretta attualità: «Oggi nel mondo ci sono iniziative che vogliono mettere in discussione il nostro diritto all’aborto, ma quello che succede o non succede nel corpo di una donna lo deve decidere la donna stessa. Quanto alle associazioni Pro Vita nei consultori, non ha senso inserire dei soggetti senza alcuna competenza a giudicare ciò che ogni donna vuole fare liberamente del proprio corpo, sembrava essere un diritto acquisito a livello universale ma purtroppo non è così».

Gli abiti delle vittime di violenza

Secondo i recenti dati Istat sugli stereotipi di genere, il 40% delle ragazze tra i 16 e 29 anni ritiene accettabili concedere le password dei propri social media al proprio marito e compagno come dimostrazione di attenzione e affetto. Inoltre, il 40% degli intervistati ritiene che, se una donna viene stuprata, è colpa della donna: «Ma la stragrande maggioranza delle vittime di violenza sessuale indossa il pigiama quando viene stuprata dal proprio compagno – commenta Bruzzone - e non indossa abiti succinti».

«Solo 2 donne su 20 giungono a denunciare il maltrattamento in famiglia significa che ad oggi abbiamo 4 milioni di donne maltrattate – conclude Bruzzone - e i numeri dei figli esposti a queste violenze sono ancora troppi. Questi bambini, adulti del futuro, crescono in modo disfunzionale con una carenza genitoriale che porta i giovani a diventare potenziali narcisisti. Purtroppo, negli ultimi 15 anni il genitore ha perso il proprio ruolo diventando amico o amica  dei propri figli che, quando crescono ed entrano in relazioni, solitamente diventano despoti o tiranni».

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